Siamo alle ultime battute di questo difficile anno scolastico. Ma i bambini non direbbero difficile, ma avventuroso. Per l’ultimo giorno immagino un flashmob in cui tutti alunni e studenti, da finestre e balconi, con grida e fischietti, simulano il suono dell’ultima campanella dell’anno. E in cielo volano mongolfiere e un aereo da turismo che trascina in mezzo al cielo lo striscione TUTTI PROMOSSI.
Ma per il prossimo anno le incognite sono ancora tante e riguardano 8 milioni di famiglie italiane. Anche per questo il 9 giugno i sindacati hanno proclamato uno sciopero per la scuola. Chiedono di garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe in caso di presenza di allievi con disabilità, oggi sempre superato. Di provvedere alla messa in sicurezza e alla manutenzione degli edifici. Di stabilizzare il rapporto di lavoro dei precari. Di aumentare lo stipendio a presidi e docenti. Di avere più investimenti. L’ambizione è che il superamento dell’emergenza segni un rinnovamento della scuola pubblica che si traduca in nuovi investimenti. Il suo personale non può essere l’unica unica risorsa su cui far conto, devono fare la loro anche chi ha la responsabilità di governare l’Italia.
All’inizio del prossimo anno scolastico tutti i nodi verranno al pettine. Ritardando le nuove assunzioni – ricordo che il 25% dei docenti italiani è precario, – a Settembre ci saranno le solite 200 mila e più cattedre vacanti, prive di un titolare, come sempre. Vorrà dire nomine di supplenti per settimane, a scuola iniziata. Ma questa vota, con l’impossibilità di smistare gli studenti senza insegnante nelle altre aule, come si fa di solito, da anni, perché bisognerà garantire il distanziamento sociale necessario, come si farà? Negli altri Paesi gli interventi per riaprire le scuole in sicurezza, con organici aggiuntivi e classi ridotte, sono stati mirati e tempestivi. Dai noi ancora non si sa niente di preciso. Immagino e auspico un’estate calda per la scuola, che coinvolga e mobiliti anche le famiglie degli studenti. O a settembre potremmo trovarci in una situazione di emergenza venduta come nuova realtà E mamme e papà potrebbero trovarsi di fronte a cattive sorprese: un tempo scuola minore per i propri figli e, a casa da solo, la necessità di gestirlo come durante l’emergenza.