Sapete che io ieri mi sono molto spaventato? Guardiamo un po’ di ricordare e riflettere su quello che è successo, per favore… Con calma… Per fare in modo che, se possibile, non succeda più…
«M. si è fatto male al dito».
«M. si è schiacciato il dito nella porta del bagno. Poi… Poi forse doveva andare al pronto soccorso perché gli faceva molto male, ma poi non c’è andato».
«A me fa piacere che M. adesso sta meglio».
«Anche io ho il dito fasciato e non fa male, quando è fasciato».
«Però fa molto male prima».
«Mi sembra che lui si è fatto molto male all’inizio. Quando si è gonfiato il dito. Poi… Poi un po’ gli è passato perché non piangeva più».
«Anche io una volta mi sono schiacciato un dito della mano nella porta. Però a casa, non a scuola».
«All’inzio quando ti schiacci il dito non lo sopporti».
«Io subito pensavo che a M. si spaccava il dito, si staccava dalla mano».
«Io ho visto che dopo, quando siamo andati a prendere il ghiaccio dalla bidella, lui un po’ stava meglio. Perché il ghiaccio sulla botta fa stare meglio».
«Per me lui è stato coraggioso a piangere così poco. Io avrei pianto molto di più».
«M. però si è fatto poco male. Poteva farsi anche più male».
«Mi dispiace che M. si è fatto male al dito. Io spero che non capita più».
Nessuno però mi sta spiegando come è successo… Cerchiamo di ricostruirlo, così magari non succede più…
«È successo nel bagno dei maschi perché… Perché delle volte, alcuni bambini, nel bagno dei maschi…».
«Perché nel bagno dei maschi non c’è la chiave per chiudere la porta».
«Non c’è mai stata. Neppure in quello delle femmine. Perché è pericoloso. Perché un bambino si può chiudere dentro. Nessuno si può chiudere a chiave nel bagno. Per questo sono senza chiave, le porte». «Sì, ma poi ci sono quelli che fanno degli scherzi. Cioè entrano anche se stai facendo la pipì».
«Non è un bello scherzo».
«Ma lui non si è fatto male per quello. Lui non stava facendo la pipì».
«Chi?»
«Lui. M. Lui non si è fatto male perché stava facendo la pipì».
«Come si è fatto male?»
«Da solo».
«No, non è vero!»
Allora, bambini, calma, calma, cerchiamo di ricostruire bene tutto… Spiegate bene chi era nel bagno e cosa è successo…
«Io ero nel bagno. M. e A. erano fuori dal bagno. Io ho fatto la pipì e fin lì tutto è andato bene. Dopo…Dopo però io avevo finito di fare la pipì. Ho tirato l’acqua. Volevo uscire dal bagno. Per andarmi a lavare le mani al lavandino. E loro… E A. e M. non volevano farmi uscire dal bagno…»
«Noi volevamo farti uno scherzo».
«Loro spingevano contro la porta per non farmi uscire. Io spingevo contro la porta da dentro, loro spingevano contro la porta da fuori…Allora… Allora…»
Cosa è successo?
«Io non lo so. So solo che dopo lui piangeva, saltava. Non sono stato io».
«M. ci ha messo la mano lui, nella porta. Per spingere più forte. Per non farlo uscire».
«Che brutta cosa tenere prigioniero uno che vuole uscire!»
«Non è riuscito ad andare fuori dal bagno e allora… Ho capito…»
«È vero, mi sono fatto male da solo. Però mi sono fatto molto male. Però almeno non sono andato al Pronto soccorso perché mia nonna e i miei genitori quando sono venuti a scuola a prendermi hanno detto che il dito si era già sgonfiato e non mi faceva più tanto male».
«Poi riuscivi a muoverlo e allora vuol dire che non ti eri rotto l’osso. Altrimenti dovevano metterti la stecca e il gesso all’ospedale».
«Io ho avuto paura che se lo era rotto, il dito».
«Per fortuna è andato tutto bene».
Siete grandi. Dovete capire che i bagno ci si va uno alla volta e non si fanno questi scherzi…Sono di cattivo gusto…In bagno non ci si va per giocare o fare scherzi…
«Per me lui si è fatto male da solo e forse adesso non fa più questi brutti scherzi».
«Però non deve farlo nessuno uno scherzo del genere».
«Una volta a me hanno fatto uno scherzo del genere anche nel bagno delle femmine, ma io adesso non voglio dire chi è stata…»
(il Manifesto, 29 Novembre 2018)