I bambini vanno forte, è sempre stato così.
Anche più forte delle belle ragazze.
I bambini e le bambine oggetto sono ormai un must della pubblicità.
Anche nel mercato della politica.
Va sempre a finire che bambini e ragazzi, di cui a parole si interessano in tanti ma, nei fatti, in tanti si interessano sempre meno, sono ricercati come scenografia. Come contorno. Come tappezzeria.
Pensiamo alle tanti classi di bambini e ragazzi con cui si fece fotografare Matteo Renzi in visita alle scuole.
Ora tocca al vicepremier Matteo Salvini.
Nei giorni scorsi ha partecipato alla trasmissione di Raitre “Alla lavagna”. Il format: una persona famosa del mondo della politica, della cultura o dello spettacolo dialoga con una classe di 18 studenti tra i 9 e i 12 anni. Al termine della registrazione è stata scattata una foto di gruppo, poi diffusa sui social.
Sui social è scoppiata la polemica sull’uso strumentale dell’immagine e dei bambini a fini propagandistici.
Cosa c’è di peggio?
Qualcuno, poi, ha notato che un bambino con la maglietta rossa, a differenza di tutti i suoi compagni e le sue compagne di classe, non aveva una faccia allegra e sorridente. E sono partite altre illazioni sui social.
Che dire?
Questi sono i tempi.
Della pornografia.