Questa mattina, visto che per un paio di ore siamo in due, io e la maestra abbiamo deciso di dividere la classe in due parti: una con me, voi maschi, e l’altra con lei, cioè le femmine. Per parlare insieme solo tra maschi e solo tra femmine. Cosa ne pensate?
«Per me è bellissimo. Perché io non l’ho mai fatto in vita mia. Perché io poi ho due sorelle più grandi di me e mia mamma e insomma, io e mio papà parliamo sempre con le femmine».
«Anche per me è bello così possiamo dirci anche dei segreti».
«O anche parlare di calcio».
«Anche a me piace questa cosa perché è diversa dal solito».
«Anche a me piace. Ma non ho capito di cosa parliamo. Di cosa dobbiamo parlare?».
«Per me possiamo parlare delle femmine. Per esempio le femmine della nostra classe».
«Secondo me anche alle femmine piace parlare solo tra femmine perché anche loro, secondo me, non lo fanno mai».
«Invece lo fanno sempre!».
«Comunque, di cosa parliamo?».
«Di cosa parliamo, maestro?».
Per prima cosa vorrei sapere se ci sono problemi tra voi, nello studio a scuola o nel gioco. Poi, se volete, possiamo parlare anche delle femmine: nessuno ce lo vieta.
«Bellissimo!».
«Prima… Per la cosa… Per il problema che ho io… Insomma, ci sono dei bambini che si fa fatica ad andare d’accordo perché vogliono avere sempre ragione».
«Anche delle bambine».
«A me non piace stare in gruppo con chi vuole sempre comandare perché alla fine è noioso e poi fa perdere tutto il gruppo perché non accetta mai di scegliere anche quello che dicono gli altri».
«Chi vuole avere sempre ragione, anche se ha ragione, diventa antipatico, dopo un po’».
«Poi è prepotente».
«Non sempre».
«Anche le femmine poi vogliono avere sempre ragione».
Allora passiamo a parlare subito delle femmine…
«A me una cosa che non capisco… Insomma, non so, a me sembra che sono sempre cattive con me».
«Cattive?».
«No, non cattive. Ma nervose. Cioè, parlano come…. Con una voce cattiva».
«Per me anche loro vogliono avere sempre ragione nei gruppi».
«Tutti vorrebbero avere sempre ragione».
«Non ascoltano tanto. Parlano. Ma non ascoltano».
«Per me con noi maschi vanno d’accordo. Tra loro vanno meno d’accordo. Ma con noi vanno abbastanza d’accordo. Io mi trovo bene. A me piace di più se ogni tanto nei gruppi c’è anche una femmina».
«Nella nostra classe ci sono pochissime femmine e tantissimi maschi. Forse è per questo che alcune sono nervose. Perché non si sentono benissimo. Perché sono in meno. Allora sono nervose».
«Hanno un modo di parlare nervoso. Sempre veloce. Arrabbiato. Io non immaginavo che erano sempre così e invece sono quasi sempre così».
«Certe volte vogliono fare loro le maestre loro invece che il maestro e la maestra. Non tutte, solo due o tre. Fanno proprio la stessa voce del maestro e della maestra. Anche se non lo sono».
«Non vogliono mai essere prese in giro. E’ naturale. Però loro prendono in giro. Se uno di noi non sa fare una cosa…».
«Poi c’è un’altra cosa: la colpa la prendiamo sempre noi maschi».
«Come? Perché dici così?».
«Perché a me sembra che a scuola, se un alunno di Prima o seconda e uno di Quarta o Quinta bisticciano, la colpa è sempre dei più grandi».
«È vero».
«Sì. Ma anche se bisticciano i maschi e le femmine, la colpa è quasi sempre delle femmine».
«Questo non è vero».
«Per me certe volte le femmine sono noiose e certe volte, invece, sono simpatiche e divertenti come i miei amici maschi».
«Io non sopporto la voce che fanno alcune femmine: da bambine piccole».
«A me non piace vedere una femmina che nessuno la vuole, nessuno vuole giocare con lei. Però non mi piace neppure se c’è un maschio che è da solo e nessuno vuole giocare con lui».
«Ci sono femmine molto intelligenti che fanno tutti gli esercizi giusti. Però non ti fanno copiare. Non so perché».
(il Manifesto 17 Maggio 2018)