Oggi dobbiamo parlare di una questione un po’ spiacevole: quella del far finta. Dunque, far finta non è una brutta cosa, di per sé. Per esempio quando si gioca a far finta di essere un eroe, un figlio, un papà, una mamma, un leone o un pompiere. Ma può essere molto spiacevole se succede quello che è successo oggi in cortile. Mi ripetete cosa è successo? Così tutti sanno come sono andate le cose?
«C’è stato un bambino che ha detto una brutta parola a un altro bambino».
«Dopo ha detto che non aveva fatto apposta. Ha detto che aveva fatto per finta».
«Sì, anche io l’ho sentito».
«La brutta parola?»,
«No, quando ha detto che gli aveva detto quella parola per finta».
«Io ho sentito sia mentre diceva la brutta parola che dopo, quando ha detto che ha detto a lui quella parola solo per finta».
«Però lui si è offeso ugualmente».
«È giusto. Perché lui… Perché lui… Cioè, per me io ho ragione perché A. mi ha offeso ugualmente».
«Ma non ho fatto apposta! Se io ti ho detto che era solo per finta, io non capisco…».
«Cosa?»,
«Io non capisco perché ti sei arrabbiato tanto. Perché te la sei presa. Perché dopo non volevi più giocare».
«Per me ha avuto ragione ad arrabbiarsi. Anche io avrei fatto così. Anche io mi sarei offesa se una mia amica mi avesse detto quella brutta parola perché quella brutta parola è un’offesa. E anche se dopo lui si è pentito, anche se lui dopo ha detto che che faceva per finta, per scherzo, io mi sarei offesa ugualmente perché ormai l’aveva detta, la parola».
«Anche io mi sarei offesa perché me l’ha detta, la parolaccia. Mi ha offesa veramente, non per finta. Per me lui dice così solo perché si è pentito, forse. Oppure perché non vuole che il maestro lo sgrida o lo mette in punizione».
«Non è vero!»,
«È vero!».
Il punto è proprio questo, ragazzi. Se uno ti dà un pugno o ti dice una brutta parola e poi dice che non l’ha fatto apposta, cosa bisogna fare? Cosa dobbiamo pensare? Lo dobbiamo mettere in punizione sì o no? Secondo voi?
«Per me no. Perché se lui l’ha fatto senza volere….».
«Per me… Non lo so».
«Io lo metterei in punizione, maestro. Se io fossi il maestro, dico. Perché poi il pugno, se lo ha dato a un’altra persona, quel bambino l’ha dato, l’ha dato veramente. Anche se dice che lui non ha fatto apposta, lui ha dato il pugno per finta, l’ha dato veramente, per davvero…. E lo stesso è per una brutta parola».
«Io se fossi il maestro gli darei una punizione, ad A., ma solo se lui non diceva che l’aveva fatto per finta. Invece, adesso che lui ha spiegato, anzi, lo ha spiegato subito dopo che ha detto la parolaccia, che la aveva detta per finta, per me non deve essere messo in punizione perché lui non gli voleva fare male, lui voleva solo fargli uno scherzo».
«Però non è un bello scherzo. Non si fa uno scherzo se gli dici una parolaccia, se lo offendi!».
«Ma io non volevo offenderlo!».
«Ma lui si è offeso!».
«E cosa vuol dire? Se io faccio uno scherzo e lui si offende, è colpa mia?».
«Non è colpa neppure sua!».
«Questa è bella! Tu mi hai offeso e adesso la colpa sarebbe mia perché io mi sono offeso!».
«Per me questo è un problema perché loro due non si sono capiti».
«Io lo metterei in punizione subito perché ha sempre sbagliato».
«Per me devi punirlo perché se lui ha detto una brutta parola, per scherzo o no, la parola resta sempre una brutta parola e non si dice a nessuno, tanto più a un amico. Neppure per scherzo».
«Per me non si fa così».
«Voi non sapete stare agli scherzi!».
«No, sei tu che sei antipatico!».
«Le parolacce, per me, le offese, è meglio non dirle a nessuno».
«Per me è sempre sbagliato. Anzi, sbagliatissimo».
«Io da questo episodio ho capito che le parolacce e le offese non si dicono neppure per scherzo perché poi… Perché poi non si possono dire per scherzo. O le dici oppure no. Come un pugno. O lo dai, oppure non lo dai. Se dai un pugno o un calcio a qualcuno e poi dici che…. Insomma, non puoi dire che hai dato un calcio a un tuo amico per finta… Per finta non esiste, se il calcio vero lo hai già dato».
«Tu maestro come la pensi?»
Anche io la penso così: in casi come questo dire che si offende uno per finta non ha senso, non è credibile….
(il Manifesto – 7 Dicembre 2017)