Allora, guardiamo se avete capito che cosa vuol dire che ognuno di noi ha una storia personale…
«Vuol dire che siamo nati».
«Vuol dire che la nascita è l’inizio della storia e dopo la storia è iniziata».
«Vuol dire che tutti hanno una storia».
«La storia personale è la storia di un bambino che nasce e dopo diventa più grande, diventa un ragazzo, un uomo. Oppure, se è una bambina, dopo diventa una ragazza e poi una donna».
«Una storia personale è una storia diversa dalle altre storie, perché tutti siamo diversi e abbiamo una storia diversa, perché ognuno ha una mamma e un papà diversi dagli altri. Tranne i fratelli, si capisce».
«Però anche i fratelli hanno una storia personale. Anche le sorelle. Perché ognuno poi ha la sua storia e la storia di tutti è diversa. Anche i gemelli hanno una storia diversa uno dall’altro, perché per esempio, uno può andare a fare un allenamento di calcio e all’altro invece non piace il calcio e allora gioca a pallavolo, allora hanno una storia diversa».
«Per me personale vuol dire diversa».
«Se uno ha la tosse e il suo fratello gemello do, allora anche loro hanno la storia diversa».
«Allora anche due gemelle, però».
Chi mi dice se ci sono delle cose che sono uguali in tutte le storie personali?
«Sì, ci sono. Per esempio quando nasci. Perché tutti quelli che ci sono e hanno una storia sono nati, altrimenti la sua storia non iniziava, non era una storia».
«Anche un libro, se non c’è l’inizio, non può iniziare, non inizia».
«Una uguaglianza è che tutti, prima, sono stati piccoli, poi, dopo, piano piano, diventano più grandi».
«Anche gli animali, per me, hanno una storia personale».
«Una uguaglianza può essere che tutti hanno una mamma».
«Anche un papà».
«Sì, insomma, i genitori».
«Un’altra uguaglianza può essere che loro fanno dei viaggi».
«Per me, quando la storia va avanti, ci sono degli amici».
«Una uguaglianza tra tutte le storie è che tutte le storie vanno avanti».
Come si fa a scoprire la storia personale di quando eravamo piccoli? Come fate a sapere che siete stati piccoli? Cosa facevate?
«Io me lo ricordo. Non tutto, però un po’ mi ricordo».
«Io mi ricordo benissimo quando sono nato perché piangevo. Poi lo puoi chiedere anche alla mamma e al papà, quando tu eri piccolo, perché loro erano già nati».
«Mia nonna e mia mamma mi raccontano sempre di quando io ero appena nata e allora io lo so per questo che prima ero più piccola e facevo anche la pipì e la cacca nel pannolino».
«Io invece non sapevo mangiare, allora mia mamma mi imboccava».
«Anche a me mia mamma mi imboccava».
«Anche io facevo sempre la pipì nel pannolino, dopo però sono diventato più grande e non ho fatto più la pipì addosso».
«Io ho anche delle foto di quando ero piccola e così lo so che ero piccola». «Io lo so perché se adesso sono più grande, vuol dire che prima ero più piccola, perché è sempre così. Prima si è piccoli, dopo si è sempre più grandi finché diventi adulto».
«Per me una prova che io ho che ero piccola sono dei vestitini che ha mia mamma che mi metteva quando io ero più bassa, che lei li tiene nell’armadio».
«Io mi ricordo che ero piccolissima perché non avevo i denti».
«Neanche io!».
«Neanche io avevo i denti, perciò bevevo sempre il latte».
«Per me i bambini piccoli nascono senza denti e dopo, quando sei un po’ più grande, ti nascono i denti. Dopo ti cadono perché sono i denti da latte, poi però ti crescono di nuovo».
«Mi pare che io da piccola non mangiavo mai, bevevo e basta…».
«Io da piccola mi facevo lavare da mia mamma, però un po’ anche adesso…».
«Io so che sono stata piccola perché prima non sapevo parlare e allora piangevo e basta, quando volevo prendere una cosa, invece adesso ho imparato a parlare, a leggere e a scrivere e perciò vuol dire che sono diventata molto grande».
(il Manifesto – 10 Marzo 2016)