La campagna di cittadinanza “L’Italia sono anch’io” rilancia con una nuova campagna: “A scuola nessuno è straniero: ognuno nasce cittadino”. A due anni esatti dall’approvazione alla Camera della riforma della legge di cittadinanza, il Comitato reggiano per la Cittadinanza torna a far sentire la propria voce per sollecitare il Parlamento affinché venga ripresa la discussione al Senato che porti all’approvazione della legge entro questa legislatura, consentendo al nostro paese di allinearsi ad altri come la Francia, la Germania e la Gran Bretagna. «Le leggi giuste non sono mai fuori tempo», spiegano in questo giorno che è simbolicamente diventato il “giorno della cittadinanza”.
«Sulla cittadinanza possiamo dire, come amministratori – spiega Serena Foracchia, assessore del Comune di Reggio che ha aderito al comitato reggiano – che abbiamo bisogno di cambiare perché le nostre classi, le nostre scuole, ma anche le nostre piazze hanno volti diversi oggi, volti e storie che sono parte ormai della storia italiana. Stiamo crescendo e cambiando come società. Abbiamo bisogno di questa riforma per testimoniare, a tutti quei ragazzi che studiano per anni al fianco dei nostri figli, che sono di diritto parte di questa comunità. Un diritto riconosciuto, non una concessione. Abbiamo bisogno di riconoscere che chi nasce e cresce in Italia, costruendo la propria vita in questo paese, è parte integrante della nostra comunità. Non azioni simboliche – conclude Foracchia – è passato il tempo delle affermazioni che restituivano una cittadinanza nei fatti, o titoli onorifici. Le nuove generazioni di italiani oggi ci chiedono altro».
Sollecitano la mobilitazione dei cittadini le oltre 20 associazioni che oggi si sono riunite al Centro Malaguzzi, un luogo simbolico perché, come recita una scritta sulle pareti del Centro Internazionale, «qui nessuno è estraneo». E proprio dal Centro Malaguzzi lanciano un appello che mette la scuola al centro, perché «a scuola nessuno è straniero, ogni bambino nasce cittadino, serve subito la riforma della legge». Dall’Arci alla Caritas, da Libera al Forum del Terzo Settore, a Reggio tirano le fila quelle associazioni che già nel 2011 si schierarono a favore della campagna “L’Italia sono anch’io”. Oggi a quelle sigle si aggiunge anche il movimento degli Italiani senza cittadinanza, composto dai diretti interessati.
Aziz Sadid prende la parola per dire: «Io chiedo solo perchè non dare la cittadinanza? Che futuro vogliamo per i nostri figli».
Federico Amico, presidente regionale Arci: «Questa legge non ha niente a che vedere con gli sbarchi, sbaglia chi correla le due cose. Oggi da qui riparte una campagna che vuole estendere i diritti a chi diritti non ha. Riconoscere la cittadinanza a questi bambini che sono già tra noi è un gesto lungimirante che non toglie opportunità a nessun altro».
Aida Aicha Bodlan ha ottenuto la cittadinanza dal 2014: «Ho fatto tutto l’iter che è lungo e complicato. Sono nata in Senegal ma non sono mai più tornata, la cittadinanza italiana mi ha fatto apprezzare di essere riconosciuta dal paese in cui vivo, che rispetto per sua cultura e i suoi valori».
Anche oggi il Comitato ha rilanciato l’appello per l’adesione allo sciopero della fame a staffetta: «Un modo – spiega Amico – per consentire a più persone di prendere parte a questa campagna di civiltà». Oggi sono già 1.239 gli italiani che digiuneranno per 24 ore per dire che chi nasce in Italia deve essere un italiano.
Tra gli interventi anche quello di Andrea Costa, sindaco di Luzzara e segretario provinciale Pd. «Nelle scuole di Luzzara un bimbo su due è figlio di genitori stranieri. Le nostre scuole chiuderebbe se non ci fossero. Non ci sono appartamenti sfitti e la zona industriale funziona. Ma oggi parlare di Ius Soli è difficile, nel 2011 non era così. Non voglio che la mia comunità si dimentichi i suoi tratti distintivi».