Chi mi racconta con parole proprie quello che abbiamo letto oggi?
«Prima abbiamo letto la lettera, poi abbiamo scritto».
«Sì, prima ci hai letto una lettera di uno scrittore…. Il libro che ha scritto è bello dello scoiattolo alla formica…. però qui la cornacchia, era la cornacchia che scriveva al passero».
«Ci hai spiegato che in questo libro ci sono tutte lettere, brevi lettere, piccole lettere che un animale scrive all’altro».
«La cornacchia dice al passero che sta piovendo e non sa cosa dirgli. Poi è pessimista, per me, perché dice che pioverà per sempre. E’ proprio disperata».
«Io so come sono le cornacchie…. Sono come i corvi, neri, però un po’ diversi, anche nel nome sono diversi».
«Sì, la pernacchia è disperata e pessimista e pensa proprio che non smetterà mai più di piovere in tutta la vita e lei è triste per questo».
«Dice al passero che verrà giù dal cielo una pioggia torrenziale, cioè come quella che c’è in un torrente o in un fiume e che se viene dopo il sole, pioverà anche sul sole».
«Dopo invece abbiamo letto la lettera di risposta del passero che diceva alla cornacchia di stare tranquilla, che aveva ricevuto la lettera della cornacchia, che non doveva essere troppo pessimista perché tutte le volte che viene la pioggia, anche la pioggia forte, dopo va a finire che prima o poi smette di piovere e forse viene anche il sole e anche l’arcobaleno, delle volte».
«Due caratteri diversi: il passero era più ottimista, aveva più speranza, invece la cornacchia era proprio pessimista, era proprio disperata».
«Il passero dice che prima ha fatto asciugare la lettera della cornacchia che le è arrivata e poi l’ha letta, questo perché si vede che non aveva ancora smesso di piovere».
«Ma chi ha portato questa lettera al passero? Poi gli uccelli non hanno neppure la cassetta della posta».
«A me questa storia è piaciuta perché era una lettura breve e anche divertente, poi non c’entra chi gli ha portato la lettera, al passero, perché è un racconto di fantasia».
«Certo! Anche perché gli animali non sanno leggere e neppure scrivere. Invece qui è tutto a rovescio… Sanno scrivere e leggere benissimo, sembra».
«Il passero scrive una lettera più corta ma è più gentile. Per lui la lettera della cornacchia era molto interessante da leggere, anche se per me era noiosissima la lettera della cornacchia, si lamentava sempre per la pioggia. Per me lo ha detto anche per aiutare la cornacchia, secondo me. Per farla sentire un po’ su di morale perché la cornacchia era veramente molto triste e disperata».
«A me piacerebbe leggere anche una lettera che ha scritto lo scoiattolo alla formica perché se il titolo del libro è quello, come c’è scritto sul nostro libro di lettura, allora ci devono essere anche delle lettere che lo scoiattolo scrive alla formica… Invece sul nostro libro di lettura ci hanno messo questa lettera…. Io non capisco perché».
«Sì, il passero è anche più gentile perché dice che la lettera della cornacchia è interessante e che lui, il passero, è sempre molto felice di ricevere delle sue lettere».
«Il passero dice che se alza la testa, in lontananza, forse in un albero lì vicino, può vedere la cornacchia. Perciò non si capisce perché invece di parlarsi come tutti, loro si scrivono delle lettere».
«Ma questo cosa importa? Lo fanno perché lo scrittore che ha inventato queste storie ha deciso così! Forse a lui piaceva molto scrivere delle lettere invece che delle altre cose».
«Forse lui, il passerotto, è anche un po’ innamorato di quella cornacchia perché si capisce… Perché dice che ammira la sua voce gracchiante e non è bella la voce gracchiante, per me, ma per il passerotto sì, allora forse, forse, dico forse, lui si è innamorato della cornacchia».
«Sì, può essere, anche perché dopo dopo viene finalmente il sole e dice che le sue piume, quelle della cornacchia, risplendono al sole e per il passerotto sono bellissime».
«Maestro, adesso ognuno di noi può scegliere di essere un animale che c’è in un bosco e possiamo provare a scrivere anche noi come la cornacchia e il passero».
«Sì, bello! Io sono un grillo, va bene?».
«Io sono la formica».
«Ma ci possono essere due formiche?».
«Sì, anche due o tre o…».
«Per me sarebbe meglio se siamo tutti animaletti diversi che si scrivono».
«Io sono la cavalletta».
«Anch’io!».
«Io una lumaca!».
«Io una rana!».
«Io lo scoiattolo!»
(il Manifesto – 16 Marzo 2023)