Come forse sanno i frequentatori più assidui di questo mio piccolo blog, uno dei mie ultimi libri, Ciao Sasso è stato pubblicato non solo in Italia ma anche in Corea. La mia agente, Valentina, mi ha inviato questa mail dell’editore coreano.
D. “Buongiorno, Sono Injung Kim, direttore della DanChu Press. Sono molto lieto di avere la possibilità di pubblicare la versione coreana di Ciao Sasso . Vorrei porle alcune domande per far conoscere meglio lei e il suo lavoro ai lettori. Per favore risponda senza alcuna pressione, se non è a suo agio con una qualsiasi delle domande, può saltarla. Le sue risposte possono essere in italiano o in inglese, in qualsiasi modo le sia più comodo. Per favore, si presenti ai lettori
R. Abito a Reggio Emilia. Ho scritto per adulti, ragazzi, bambini. Circa una trentina. Dall’età di 19 anni sono maestro elementare nella scuola primaria.
D. Insegna ai bambini a Reggio Emilia da oltre 30 anni, il suo sogno da bambino era fare l’insegnante? Qual è stata la sua ispirazione per diventare uno scrittore?
R. No, volevo fare il violinista. O il calciatore. O il giocatore di baseball. In realtà, dopo l’ottavo anno di violino, quando sono entrato nella Orchestra Giovanile dell’Emilia Romagna, la Regione del centro-nord Italia in cui vivo, mancavano alcuni violinisti. Arrivarono alcuni violinisti russi e di altri Paesi dell’Est. capii subito che avevo studiato molti anni con molti sacrifici per niente. Erano molto meglio di noi giovani violinisti italiani. Penso che dipenda dall’idea dei Conservatori italiani di formare concertisti. Senza rendersi conto che di solisti ce ne è uno su mille. Studiavo le sonate per violino solo di Bach e i Capricci di Paganini. Malissimo. Mentre i giovani violinisti, senza aver studiato ancora queste pagine musicali difficilissime, avevo colpi d’arco e sapevano suonare molto meglio di noi italiani. Decisi di smetter col violino. Anche per altri due motivi: avevo una gran paura a suonare in pubblico e le dita delle mani mi erano rimaste abbastanza corte, dandomi alcune difficoltà.
D. Che tipo di lavoro fa “Baobab”? Come è arrivato a formare l’organizzazione?
Si può vedere visitando il sito Baoblog. Ci sono vari livelli di lavoro: laboratori di letteratura sui libri per ragazzi per ragazzi ma anche per docenti, laboratori di lettura o di scrittura creativa, pubblicazione di fanzine, letture ad alta voce in luoghi pubblici (dal carcere all’ospedale), l’incontro di studenti delle scuole di ogni genere e grado con scrittori importanti illustratori e scrittori. Poi ci sono tre concorsi scolastici: In forma di libro, sulla realizzazione di libri auto prodotti da singoli studenti, gruppi o classi, anche con l’aiuto eventuale dei docenti; Fuoriclasse, la realizzazione di un video di un’esperienza didattica; Baoblog++ che premia che durante l’anno partecipa con articoli e reportage migliori al sito. In premio non c’è molto: un Grande Niente o dei libri pubblicati dalle grandi case editrici italiane. All’inizio tutto è nato da una mia richiesta agli assessorati giovani e cultura. Abbiamo trasformato una libreria di quartiere in una biblioteca per ragazzi che è anche la sede di /bao’bab/.
D.Quali sono i suoi artisti o lavori preferiti? Cosa la ispira? (Libri, film, dipinti, persone, ambiente naturale, infanzia ecc..)
R. Sono stato allievo di Edoardo Sanguineti per i libri e la poesia per adulti e del maestro Mario Lodi, l’autore di Cipì, per i libri per bambini e ragazzi. Poi ci sono tanti altri. Centinaia e centinaia.
D, Sono curioso sulla sua collaborazione con l’artista Noemi Vola. Ci sono parti che sono espresse in modo diverso da come ha immaginato mentre scriveva? Quale parte delle immagini le piace di più?
R. Amo tutte le immagini di Noemi. Soprattutto la foresta. prima è nato il testo. L’ho un po’ rimesso a posto insieme a Valentina, la mia agente; e un po’ con Noemi, per trovare situazioni migliori per le illustrazioni.
D. So che si basa su un laboratorio tenuto nel 2018. Erano tutte le domande e le risposte dei bambini? Vorrei saperne di più sul laboratorio.
R. Quasi tutte. Sono stati fatti molto laboratori. Se ne possono vedere alcune parti sul sito Baoblog. Sono laboratori didattici sulla lettura approfondita e la scrittura creativa a gruppi di studentesse dell’ultimo anno dell’Università di Modena e Reggio Emilia, facoltà di Scienze della Formazione, tirocinanti. Faccio un corso di aggiornamento rivolto a loro vari laboratori tratti da libri miei o di altri. Poi loro li mettono in pratica incontrando classi delle scuole reggiane che partecipano gratuitamente. Ogni anno ci sono dai 40 ai 60 lavoratori.
D. Quando si compongono le domande e le risposte, le domande casuali dei bambini vengono ricostruite? Mi chiedo come ha deciso il flusso dell’ordine delle domande.
R. Ho raccolto tutte le domande di piccoli flussi di domande. Poi ho creato io un flusso più lungo ordinandone le parti. Alcune domande e risposte li ho inventati anche io.
D. Ci sono una varietà di oggetti, c’è qualche motivo particolare per cui ha scelto proprio la pietra?
R. Perché è muta. Perché è piena di sé e basta. Perché è difficile da far innamorare. Perché è dura. Ha un cuore di pietra. In realtà lavoro sull’animismo del bambino.
D.C’è un bambino dalla faccia azzurra senza sesso, il genere è stato oscurato intenzionalmente? Se è intenzionale, qual è stato il motivo e chi l’ha suggerito per primo?
R. All’inizio non è così. Pare che la trasformazione sia legata al politically correct. In questo modo dovrebbe essere più venduto tra bambine ma anche bambini. Perché il titolo originale è Il Sasso e la bambina.
D. Nel libro dice ‘Noi invecchieremo insieme’, nella pagina successiva c’è una scena in cui lui/lei dice ‘Sasso, ti posso lanciare’. L’atto di lanciare pietre è per dimostrare che non è separarsi, ma un modo per stare insieme’?
R. Credo che per andare d’accordo in coppia occorra stare vicino ma anche mantenere un po’ di distanza. Non stare troppo vicini, non soffocarsi. Si è come colonne che reggono l’architrave di un amore, di un tempio.
D. So che la storia è stata scritta nel 2017 e il disegno è stato completato nel 2021. C’è qualche motivo per cui ci è voluto così tanto tempo? Quanto tempo ci ha messo a inventare la storia di questo libro? Qual è stata la parte più difficile?
R. Il ritardo riguarda appunto le immagini. Bisognerebbe fare la domanda all’illustratrice. Per me la cosa più difficile era trovare il finale. Poi mi sono accorto che lo avevo già scritto.
D. Se ha delle foto del workshop della biblioteca 2018, potresti inviarmele?
R. Ripeto, può trovare foto e spezzoni di video sul sito www.baoblog.it e ne approfitto per segnalare anche il mio sito www.ibambiniciparlano.it che è il titolo che da oltre dieci anni tengo sul quotidiano nazionale Il manifesto in cui ascolto parlare i bambini della mia classe su vari argomenti e riscrivo quello che dicono. Penso che gli adulti debbano imparare molto dai bambini perché sono i cittadini del domani, sono il nostro futuro e il futuro del nostro mondo.
D. Ha ricevuto l’Elsa Morante Fiction Award nel 2003. Ha ricevuto altri premi? E se sì, per quale lavoro l’ha ricevuto?
R. No, al momento non ho ricevuto altri premi.
D. Grazie per il suo tempo
R. Grazie a lei.