Qualcuno a spiegare con parole sue quello che abbiamo studiato sulle mappe? Cosa sono?
«Sono come delle fotografie». «No, sono come dei disegni». No, per me ha ragione A che dice che sono delle fotografie, però fotografie speciali, che si vedono dall’alto». «Sono come la mappa del tesoro: tu hai un foglio arrotolato, lo apri, lo guardi e dopo conti i passi e scopri il tesoro». «Può essere la mappa di una città. oppure della scuola. Oppure di una cosa. O della scuola». «Sono le stanze della scuola disegnate tutte insieme che allora fanno la mappa della scuola». «Io al parco ho visto che c’è un cartello con la mappa del parco». «Perché tu quando vai in una città, se non hai una mappa, poi anche perderti». «È come un disegno di una città con tutte le strade e le case e tutto. Ma non si vedono i tetti a punta. Le strade però sono sempre uguali». «E’ come se tu vedi una città da sopra un aereo o un elicottero. Allora ti sembra tutto più in basso, tutto più piccolo». «Io nelle mappe non ci capisco mai niente perché mi sembrano tutte uguali». «Perché poi sono la stessa cosa. ma possono essere di fronte o dall’alto, le cose. Per esempio, tu puoi fare il disegno di un parco, di fronte a un parco, che è un disegno normale, come tutti i disegni. Oppure un disegno visto dall’alto. Allora disegni il parco come lo vedrebbe un’aquila che vola sul parco e le cose sembrano più basse». «Perché sembrano più basse?» «Perché tu sei più in alto». «Ah! E’ vero!» Però le cose si possono vedere anche di fianco. Cioè, si possono vedere viste dall’alto, di fronte o di fianco». «Anche lo scivolo lo puoi vedere in tre modo». «Anche l’altalena». «Anche una casa o la nostra scuola».
Abbiamo visto che sulle mappe ci sono spesso delle legende. Non leggende, con due g, ma legende, con una g. Chi mi spiega di cosa si tratta?
«Sono dei segnali». «Sono delle spiegazioni di quello che è disegnato sulla mappa. Per esempio, la biblioteca ha un simbolo. Il teatro un altro. Il semaforo un altro». «Cosa vuol dire un simbolo?» «Vuol dire… Un disegnino di quella cosa lì, ma fatto in fretta, piccolo».
A scuola abbiamo osservato anche i simboli che ci sono a scuola….
«Ah, quelli verdi! Sì, sono sparsi in tutta la scuola. Attaccati ai muri. Sono tutti verdi». «Servono per l’incendio». «La freccia vuol dire che c’è un’uscita di emergenza, cioè che puoi uscire da quella porta solo se proprio ci devi uscire, se non puoi uscire da un’altra porta». «Poi c’è quello dell’omino bianco che scende dalle scale». «Quello delle persone insieme è quello del punto di raccolta… Sarebbe che se c’è un terremoto o un incendio, tutti i bambini di una classe o forse anche due classi, devono scappare tenendosi per mano in fila indiana e andare lì, andare lì nel punto di raccolta».
Adesso vi chiedo se ricordate la differenza tra i paesaggi naturali e i paesaggi artificiali….
«Sono come quello che vedi… I paesaggi di montagna, quelli del mare…. Sono quelli». «Per me i paesaggi sono come delle cose… Come delle cartoline da spedire». «I paesaggi naturali sono le montagne, il mare. Solo la natura, c’è». «Invece negli altri ci sono anche delle case». «Possono anche non esserci case, ma altre cose… Per esempio una strada». «Sì, perché alla fine quelli naturali sono quelli della natura, non li ha fatti nessuno, sono nati da soli. Invece i paesaggi artificiali sono quelli con le cose artificiali che poi sarebbero le cose costruite dall’uomo, che non le ha fatte nascere la natura, tipo una torre, una chiesa, una strada, una fabbrica, un bar, un campo da calcio o altre cose che fanno gli uomini». «Io ho visto anche dei paesaggi dell’America con dei grattacieli altissimi». «Quelli non sono naturali. I grattacieli, dico. Perché li ha costruiti l’uomo. Anzi, tanti uomini. Invece una montagna, per esempio. Chi la ha costruita una montagna? Nessuno. Allora è un elemento naturale. Perché è stata la natura a farla così». «Infatti naturale viene da natura. Invece artificiale viene da…. Non lo so». «Io preferisco i paesaggi naturali…»
(il Manifesto – 2 Settembre 2021)