Immaginate che tanti anni fa, qui in Italia, siano arrivati un ragazzo e una ragazza egiziani. Si sono sposati, è nato un bambino che si chiama Azizi e hanno fatto una famiglia. Aziz è nato in Italia. Ma i suoi genitori sono nati in Egitto. Per voi Aziz è italiano o non è italiano?
«Per me… Per me è italiano, perché lui è nato in Italia. Invece i suoi genitori sono egiziani perché sono nati in Egitto». «No, per me no. Se i suoi genitori sono egiziani, anche lui è egiziano. Come me che sono nato in Italia ma i miei genitori sono marocchini. Allora anche io sono marocchino». «No, sei italiano. Tu lo sai l’arabo?». «No». «Allora, vedi? Tu sei italiano perché parli italiano». «Anche io sono nato in Italia ma i miei genitori sono nati in Tunisia. Ma io mi sento italiana. Io sono italiana». «Per me sei un po’ italiano e un po’ tunisina».
«Per me dipende da dove nasci, non da chi sono i tuoi genitori. Altrimenti se uno ha due genitori? Una mamma brasiliana, per esempio? E un papà che invece è nato in Italia? Come me? Sì, insomma, io cosa sarei? Io sono Italiano perché vengo a scuola qui in Italia, parlo l’italiano, poi faccio la scuola in Italia e ho fatto anche l’asilo qui in Italia, sono nato in Italia». «Io non ho capito una cosa: ma se uno va a Parigi, che è la capitale della Francia, allora, per te, lui è francese?». «No, allora tutti quelli che vanno in vacanza cosa sono?».
«Dipende se lui è nato in Francia oppure no. Anche se non è nato a Parigi, lui può essere francese perché in Francia ci sono tanti paesi e tante città in cui puoi nascere. La Francia è molto grande». «Anche l’America è grande, allora». «Anche la Cina».
«Ma cosa c’entra se un paese è grande o no? Dipende che lingua parli». «Però noi, adesso, impariamo l’inglese: allora siamo americani? Siamo inglesi? Io dico di no». «Ma la lingua si può imparare, non conta. Per me quello che conta è come sei nato, dove sei nato. Se tu sei nato in Italia, non puoi essere straniero. Altrimenti dovevi nascere in un altro Paese. Se invece…». «Maestro, per te è italiano o non italiano?».
Anche i grandi non sono molto sicuri su questa cosa qui. Alcuni dicono che un bambino è italiano solo se anche i suoi genitori sono italiani. Ma altri dicono che è italiano anche se i suoi genitori non sono nati in Italia ma lui, il bambino, è nato in Italia. Proprio come voi.
«Ma tu cosa pensi? Per te chi ha ragione?».
Per me chi è nato in Italia è italiano. O al massimo italo-marocchino, se i suoi genitori sono nati in Marocco. O italo-cinese, se i suoi genitori sono nati in Cina. Ma questa è la mia idea. Ci sono tanti adulti che pensano che non questi bambini non siano italiani.
«Per me, se io ho il papà e la mamma cinesi coin gli occhi a mandorla, è chiaro che anche io sono nato con gli occhi a mandorla e ho gli occhi a mandorla. Ma questo non vuol dire che io sono cinese. Anche perché io in Cina, magari, non ci sono mai stato. Non so neppure il cinese. Insomma, io sono cinese o italiano? Per me sono italiano o italiano-cinese come dicevi tu. Ma prima italiano, poi cinese».
«Anche Balotelli, un calciatore con la pelle nera, è italiano e ha giocato anche nella nazionale di calcio italiana anche se ha la pelle nera, perché ci sono italiani con la pelle più bianca e italiani con la pelle più nera, perché gli italiani non sono tutti uguali, sono tutti diversi». «Per me no, quelli non sono veri italiano. Sono come degli italiani, ma non sono proprio italiani».
«Per me sì. Perché anche Hamed o Amira, allora? Per te cosa sono? Non sono nostri compagni di classe? Non scrivono e leggono in italiano come te? Per me sono italiani. Altrimenti anche gli italiani del sud o del nord dell’Italia dovrebbero essere italiani diversi. O quelli che sono biondi? O sono più alti? Non sarebbero italiani, per te? Per me sì». «Per me dipende se lui si sente italiano o no, il bambino».
(il Manifesto – 28.09.2017)