Chi mi sa ripetere con le sue parole cosa sono le fonti?
«Quali? Quello che abbiamo studiato in storia?» «Sì. Quelle scritte». «No, le fonti storiche sono di quattro tipi. Tutti gli oggetti, per esempio, gli oggetti sono fonti materiali perché possono dare delle informazioni speciali sul passato». «A me sembra che quando fai le fondi, quando fai la storia, è un po’ come quando tu fai il detective. Vero?» «Sì. Tu devi… Tu devi trovare le prove del delitto perfetto. Solo che invece del delitto ci sono le cose della storia. la vita che c’era una volta». «Per esempio, noi abbiamo visto che tanto tempo fa i ferri da stiro ero diversi da quelli di adesso perché non c’erano dei fili elettrici, ma erano come scatolette di ferro dove tu ci bruciavi sopra delle fiamme, delle braci, per scaldare il ferro, e dopo stiravi». «Poi adesso il ferro da stiro moderno fa anche i soffi, invece quello antico non poteva». «Invece io avevo portato il calamaio e il pennino di mio bisnonno perché una volta, tanti anni fa, non c’erano le biro o le biro cancellabili come abbiamo ora ma c’erano solo queste penne d’oca rovesciate per scrivere, oppure dei pennini di ferro. Allora c’era un boccetta che si chiamava calamaio pieno di nero, un liquido nero che si chiamava inchiostro, tu mettevi la piuma del pennino nell’inchiostro del calamaio e dopo scrivevi sul figlio.Noi abbiamo provato. «Sì, però non è facile. Noi abbiamo provato ma è facile sporcarsi le mani e sporcare anche il foglio». «Poi bisogna aspettare che si asciughi tutta la scrittura». «Invece un’altra fonte storica può essere una bici vecchia. O una macchina vecchia. Un una maglia vecchia. O un… Insomma, tutto quello che è vecchio è una fonte storica della storia. se la tocchi. Come anche un Giocattolo vecchio che io usavo da piccolo, anche quello è una fonte materiale».
Vabbè, passiamo alle altre fonti…
«Le altre prove? Le altre prove per scoprire come sono andate le cose nel passato sono le fotografie». «Le fonti visive». «Sì, i vecchi film in bianco e nero, le foto vecchie in bianco e nero. Tutte le cose che si vedono. Infatti fonti visive vuol dire che si vedono. Però se sono fonti devono essere vecchie. Più sono vecchie e più sono fonti famose. Per esempio un disegno antico dei Romani, per esempio dentro una grotta, quella è una fonte visiva». «Anche un disegno di quando io ero piccolo e disegnavo male è sempre una fonte visiva». «O il bavaglino». «No, quella è una fonte materiale». «Però se c’è un disegno sul bavaglino, per esempio un cane, è anche una fonte visiva. Cioè, un poi materiale e un po’ visiva». «Poi ci sono le fonti scritte che sono dei libri antichi o anche delle pagine scritte a mano, perché una volta non esistevano neppure le stampanti o i computer». «Anche dei disegni antichi ci sono». «Però le fonti scritte sono delle parole, delle scritte». «Per esempio sono scritte a mano con il pennino e il calamaio. Noi abbiamo visto quel quaderno della nonna di V. che abbiamo visto tutto il quaderno come scriveva bene con il pennino». «Perché per me con la biro si scrive peggio che con il pennino. Perché il pennino è più facile. L’inchiostro ha la pelle più fine». «A me non pare».
Manca ora l’ultimo tipo di fonte….
«Le visive…» «No, le abbiamo già dette. Quelle che mancano sono…. Sono..». «Ah, sì, quelle del nonno». «Del nonno?» «No. Sì- Cioè, quando tuo parli con tuo nonno, per esempio, allora lui ti può raccontare delle fonti che tu prima non c’eri… Cioè delle cose. Perché poi delle fonti sarebbero delle cose. Per esempio, mio nonno mi ha detto che prima delle auto c’erano le carrozze con i cavalli e io ci credo perché lui è mio nonno e mi dice la verità. Poi lo ho anche visto, il cavallo con la carrozza, in un film che avevo visto in TV». «Anche se tu fai un’intervista a una persona famosa può essere una fonte orale. Per esempio il telecronista di una partita di cento anni fa. Dico una partita di calcio, per esempio». «Per me le fonti più belle sono quelle materiali perché si possono toccare meglio e poi le capisci meglio, come una bambola antica si vede che non è come una bambola moderna di oggi»
(il Manifesto 15 Luglio 2021)