Oggi dobbiamo assolutamente parlare dei pugni che ci sono ancora tra maschi alla ricreazione… Spiegatemi bene cosa succede e ditemi perché, secondo voi, alcuni bambini di questa classe continuano a prendersi a pugni…
«Per me perché lo pensano di essere ancora all’asilo e all’asilo si potevano dare un po’ di pugni. Solo che adesso loro sono diventati grandi e se si danno dei pugni si fanno male, invece all’inizio dell’anno quando F. ha dato il pugno a R. dopo a R. è sanguinato il naso dal male». «io non lo so perché… Forse si sentono più forti». «Perché ci sono dei maschi che guardano i cartoni dei supereroi e loro si danno i pugni e si ammazzano, allora questi bambini li vogliono imitare». «Per me alcuni maschi non capiscono bene quando tu e la maestra gli avete detto di smettere, allora continuano». «O forse hanno fatto finta di non sentire. Fanno sempre finta….»
Ma per voi fanno apposta o no?
«Per me sì. Perché sono poco furbi». «Anche per me, altrimenti i pugni non li danno». «Forse a loro piace prendere delle note». «Per me i loro genitori non gli insegnano l’educazione. O forse gliela insegnano, ma loro sono monelli e fanno come gli pare, così continuano a darsi dei pugni». «Forse per loro è un gioco…». «Io delle volte ho giocato a pugni, ma non pensavo che facevo male a qualcuno». «Io so che non si può però a me piace troppo e allora, anche se non potrei, ci gioco ugualmente». «Anche per me è un gioco molto bello». «Noi non ci facciamo male quasi mai». «Ma non vuol dire se vi fate male o no. Se il maestro ha detto di no, non dovete farlo». «Anche se la maestra dice di no». «Per me loro sono un po’ stupidii perché non riescono a capire bene le cose».
Perché secondo voi le femmine non si prendono a pugni?
«Perché non bisticciano mai». «Non è vero». «Non è vero, hai ragione. ma noi non bisticciamo o non giochiamo dandoci dei pugni perché non siamo poco furbi come voi». «Le femmine sono più gentili, più intelligenti». «Per me le femmine non giocano a darsi i pugni perché sono paurose». «Poi hanno anche meno forza». «Preferiscono altri giochi». «Ma darsi i pugni non è un gioco!» «Poi guardano anche dei cartoni diversi». «Io a una femmina non darei mai un gioco, maestro. Io non glieli darei perché loro sono più deboli e possono farsi molto male se gli do un pugno». «Poi piangono». «Non sanno giocare». «Noi non vogliamo fare dei giochi violenti. Non ci interessano. Non ci piacciono».
Adesso vorrei fare alcune domande solo alle femmine…. Voi cosa pensate di un bambino che dà pugni a tutti? Giochereste volentieri con lui?
«Che è nervoso. Molto nervoso. No, io non giocherei con lui perché ho paura che dopo, magari, picchia anche me». «io penso che non è furbo perché poi il maestro lo vede e gli dà una nota e suo padre si arrabbia e anche sua madre e insomma, non si capisce perché poi è così poco furbo». «Per me lui non è più forte, ma solo più violento. E io gli giro alla larga». «Anche a me non piace, mi fa un po’ pena se nessuno vuole giocare con lui, se lui resta un po’ solo, ma io con lui faccio un po’ fatica a giocare perché poi ho un po’ di paura che gli viene uno scatto e picchia tutti, anche me».
L’altro giorno, a mensa, qualcuno mi ha raccontato che nella nostra classe ci sono un sacco di amori. Di alcuni mi ero accorto, di altri no. Facciamo finta che voi bambine foste già delle ragazze grandi, delle donne: voi vi fidanzereste o vi sposereste con un ragazzo che dà i pugni?
«No, perché magari dopo picchia anche me». «Mia mamma ha detto che se uno dà un pugno a un altro, da grande, non è come da bambino. Perché non riceve solo una nota dal maestro, ma va in prigione». «io no perché non mi piacciono i violenti. Magari dopo picchia anche me o i nostri figli e insomma ci salta fuori un casino generale». «Anche a me fa paura. Molta paura». «Io no. Perché sono furba. Io voglio stare bene, non stare male». «No, un marito che mi picchia a me fa schifo». «Io scapperei via da lui e non lo vorrei più vedere». «E’ impossibile che lui è il mio ragazzo perché io non lo voglio. Anche se è bello, io non lo voglio. Anche se è più alto di me».
(il Maniesto – 18 Marzo 2021)