Mi raccontate con le vostre parole cosa abbiamo fatto in queste settimane?
«Ieri?» «No, prima ci siamo preparati. Poi ieri lo abbiamo fatto». «I disegni?» «Non erano disegni». «Le facce». «Le facce da maccheroni». «Prima abbiamo portato a scuola la pasta». «Ah, sì, io ho portato gli spaghetti!» «Anche io!» «Gli spaghetti sono la cosa migliore per disegnare, però dopo ti vengono tutte le cose quadrate». «Prima abbiamo chiesto alle nostre mamme di darci un po’ di pasta. Ma non la pasta solo di un tipo, ma di tanti, perchè esistono tanti tipi di pasta da cuocere». «Però noi non la cuocevamo. mia mamma ha detto: perchè? la cuocete? mangiate a scuola gli spaghetti? Allora io gli ho spiegato di no, che era per provare a disegnare». «A me è piaciuta molto questa attività». «È vero, ci sono tanti tipi di pasta. Io non pensavo che ce ne erano tanti». «Grandi e piccoli». «Vicino a Parma, mentre da qui tu vai a Parma, c’è la Barilla: mio padre mi ha spiegato che quella è la fabbrica della pasta». «Ci sono tante fabbriche di pasta, non solo quella».
Mi spiegate bene i tipi di pasta e i loro nomi?
«È vero. Perché ogni pasta, ogni tipo, ha un nome e noi infatti lo abbiamo scritto in corsivo sul quaderno blu, sul quaderno di italiano». «Questa attività del laboratorio per farla bene ci vuole molta colla. E molta pazienza. Io avevo un boccetta piccolo, invece la prossima volta chiedo a mia mamma di darmi un boccetta grande di colla». «Ci sono gli spaghetti. I fusilli. Le penne all’arrabbiata. I maccheroni». «Poi anche la pasta interale. Gli spaghetti integrale». «Sono grandi o piccoli gli spaghetti». «La pasta per le lasagne è dritta, grande». «Ci sono i ditalini, le stelline, quelle però sono della pasta piccolina». «Le farfalline a me piacciono molto».
«A me, invece, la pasta preferita sono i fusilli». «Anche il riso nero. Bianco o nero». «Io ho portato anche un sacchetto di orzo perchè così aveva un colore diverso da usare, non solo giallo. Perchè gli spaghetti e tutta l’altra
pasta è quasi sempre gialla». «Perché si fa con l’uovo e l’uovo dentro è giallo». «Però io avevo visto anche dei…. Degli spaghetti rossi». «Li ho pirati io». «Bellissimi!» «Ma erano pochi. Pochissimi». «Poi… Poi c’erano anche delle orecchiette e delle altre…. C’era una pasta arrotolata che non so come si chiama». «Anche della pasta un po’ verdina, ho visto». «Delle tagliatelle».
Vabbè, poi che cosa abbiamo fatto?
«Ieri abbiamo fatto la nostra mostra, tu hai dato a ognuno la sua colla vinavil che avevamo portato a scuola. Poi un cartoncino». «Un cartoncino quadrato, grigio». «Lì sopra abbiamo fatto la faccia di pasta». «Si potevano usare tutti i tipi di pasta che avevamo portato da casa. Perché dopo tu li avevi messi dentro una scatola di plastica molto grande. Anzi, due scatole, perché ne abbiamo portato proprio tanta». «Certo. Perché poi il papà di L. ha anche il ristorante e ce ne ha data tanta e anche molto strana». «Dopo abbiamo fatto le facce: attaccando i pezzi di pasta. Io con due penne ho fatto il naso. Con i due buchi. Perché ha due buchi». «Io i capelli li ho fatti con gli spaghetti».
Cosa avete capito facendo questa attività?
«Che è bello fare cose nuove come questa invece di fare cose sempre uguali coi pennarelli o le tempere». «Che se la pasta è liscia, si attacca meglio». «Che gli spaghetti si possono rompere a pezzettini per fare una faccia rotonda, altrimenti riesci a fare solo delle facce quadrate». «Poi io facevo così… Prima facevo come un disegno con la colla, poi mettevo sulla colla dei pezzi di pasta che mi piacevano. Dopo aspettavo un po’ ed era fatto tutto. A me è piaciuto. Anche la mostra è piaciuto, quando tuo li hai attaccate tutte, le facce da maccheroni. Tutte sul muro sono bellissime».
(il Manifesto – 12 Novembre 2020)
Semplicemente eccezionale. Grazie Giuseppe Caliceti, grazie a tutti i tuoi bambini…
è un’attività da proporre come obbligatoria a tutti i futuri parlamentari prima di insediarsi nei loro scranni con l’incarico di riprodurre con i maccheroni le facce di tutti i loro colleghi futuri di partito.
Grazie maestro….