Ciao bambini, bentornati a scuola. Finalmente. Prima di cominciare a raccontarci cosa avete fatto in tutte queste settimane e questi mesi senza venire a scuola, mi ricordate le regole per tornarci? I vostri genitori vi hanno detto qualcosa? Io e le altre maestre li abbiamo incontrati e gli abbiamo detto tutto. A voi hanno parlato? Cosa hanno detto?
«Io le so. Io le so tutte. Bisogna stare lontani». «Non bisogna mai togliersi la mascherina». «Devi metterti sempre la mascherina chirurgica sulla bocca. Si chiama chirurgica perché prima… Perché la usano anche i chirurghi quando fanno le operazioni in ospedale». «Chi sono i chirurghi?» «I dottori più importanti dell’ospedale. Quelli che fanno l’appendicite e anche il tumore». «Io ho una mascherina anche nella cartella. Nella busta. Come avevi detto tu alla mia mamma. Nella busta trasparente dell’Ikea». «Anche io. La busta sigillata. Quella è la mascherina di riserva». «Però mio papà ha detto che quando siamo seduti qui al nostro banco, se non ci alziamo, se stiamo fermi, se vogliamo possiamo anche toglierci la mascherina. Però non possiamo appoggiarla sul banco perché altrimenti di sporca». «Ci sono i microbi sul banco». «No, i virus». «Anche il coronavirus. Perché è invisibile. Sono molti. Sono tutti intorno a noi. Moltissimi. Sono come dei nemici rotondi con delle punte, delle spalline che ti possono pungere». «Non devi dare la mano ma solo toccarti con il gomito per salutarti». «No, non si può fare la lotta né giocare a calcio. Non puoi fare niente. È uno schifo». «È una scuola senza divertimento». «Puoi solo studiare. Però se hai prurito ti puoi grattare». «Devi sempre lavarti le mani con il gel igienizzante». I nostri genitori ci accompagnano davanti alla porta della scuola, alla porta dell’aula, poi tu e la maestra, prima di farci entrare, ci dovete dare il gel e noi ci laviamo le mani e dopo andiamo a sederci». «Non si può ridere o piangere o cantare perché se no ti viene un po’ da sputare e dopo ti ammali». «Non si può nemmeno sputare come N. lo scorso anno che aveva sputato addosso a L. altrimenti lui si ammala». «Se hai la tosse o male alla pancia o la febbre non puoi venie a scuola». «Mia mamma ha detto che ogni mattina appena mi sveglio mi misura la febbre per sapere se devo andare a scuola oppure devo stare a casa da sola». «Anche se non c’era il coronavirus, però, io se avevo la febbre stavo a casa se avevo la febbre, stavo a letto e non venivo a scuola». «Non si può andare a scuola da malati perché il coronavirus è contagioso come la varicella o il morbillo». «Anche se hai la varicella non puoi venire a scuola».
Vi vengono in mente altre regole?
«Quando ti soffi il naso nei fazzoletti di carta, dopo li devi mettere in una scatola apposta». «Appena hai fatto la merenda, ti devi rimettere la mascherina». «A me dispiace che non ci sono le sedie con le ruote che avevo visto alla tv neanche nella nostra scuola perché per me erano molto divertenti e a me piaceva farci un giro». «Io sono felice che la scuola è ricominciata perché non ne potevo più di stare in casa da solo con i miei genitori». «Anche i miei genitori sono molto felici che la scuola è iniziata perché mia mamma ha detto che a casa non mi sopportava più». «Io spero di non ammalarmi». «Mio papà ha detto di chiedere sempre alla bidella se ha pulito il bagno, prima che ci vado io». «Mia mamma ha detto che i quaderni e i libri che porto a scuola, tutti i giorni li devo portare a casa. Non si possono lasciare i libri e i quaderni a scuola perché altrimenti si possono tutti contaminare». «Anche le matite e le biro e le forbici e le gomme non si possono prestare. Ognuno usa le sue robe perché altrimenti si contamina tutto». «Io spero di ricordarmi sempre tutte le cose altrimenti non so più cosa fare e cosa pensare». «Io spero che a scuola tra un po’ si può anche giocare». «A me piacerebbe abbracciare il maestro e la maestra e anche i miei amici e le mie amiche».
(il Manifesto – 24 Settembre 2020)