Mi raccontate con parole vostre quello che ci siamo detti parlando di deboli e di forti? Cosa avete capito?
«Io ho capito che il debole è uno che perde contro chi è più forte, per esempio se fa la lotta, perché chi è più forte ha più muscoli e forse è anche più alto». «I forti sono quelli con la potenza. Ci sono anche delle figurine che hanno i più forti e possono essere abbastanza forti o anche fortissimo. Sono come dei mostri, se usano la loro forza per fare male ai deboli». «A me pare che la discussione che abbiamo fatto assomigliava a una storia che avevo sentito già, una storia di una guerra dove stavano vincendo i più forti, solo che dopo, qualche anno dopo, i più deboli hanno una idea e vincono perché sono i più deboli ma anche i più forti». «Per me i bambini sono più deboli degli adulti. Anche i cuccioli degli animali sono più deboli del loro papà o della loro mamma. Però non è vero che sono sempre così. Ci possono essere anche degli animali come un topo, cioè degli animali piccolissimi, appunto, come un topo, che anche se sono più piccoli, fanno paura a un elefante che è molto più grande di loro: io ho letto questa favola su un libro che mi ha regalato mio padre».
«Per me i deboli sono quelli che si arrendono facilmente, non hanno voglia di provare a fare il duello, non vogliono fare nessuna partita o duello per paura di perdere e allora non mi piacciono molto, i più deboli, perché con loro non si gioca mai bene». «È vero, perché si lamentano sempre, i più deboli. Si lamentano sempre e la gara non va mai avanti. I deboli per me sono quelli che piangono più spesso». «I forti sono quelli che vincono». «I deboli sono quelli senza potere, sono degli esseri che possono vivere ma non riescono a fare molto, hanno sempre paura di essere uccisi e se nella tua partita hai solo una vita da giocare, allora è proprio un grosso problema per loro».
«I deboli si vergognano di perdere, ma non è detto che persona. Per esempio, anche se sono più bassi di altri loro compagni che sono più alti, può sempre succedere che vincono loro, anche se sono più deboli come fisico, come forza, perché dipende sempre come vanno le cose, dipende sempre dal tipo di gara che si sta facendo». «Per me ci sono delle femmine che sono forti come i maschi e forse anche di più. A. per esempio, a correre, è molto brava e corre velocissima come un fulmine, corre più veloce di molti noi maschi, anche perché è più alta e ha le gambe più lunghe di alcuni maschi come me». «I forti non sono forti di muscoli ma di testa. Oppure anche il contrario: può essere che loro sono forti di muscoli perché sono molto muscolosi ma non hanno la forza dell’intelligenza, del cervello… Insomma, sono poco furbi e persone anche se hanno più muscoli».
«Poi è logico che gli adulti sono più forti di un bambino o un ragazzo. Lo sono proprio perché loro, gli adulti, hanno più anni e sono più alti e alcuni vanno anche ad allenarsi in palestra come mia mamma». «Io penso che le femmine, se vogliono, da grandi, possono essere anche più forti di alcuni maschi». «Una persona forte credo che ha meno paura e puoi aiutare chi ha dei problemi, invece un debole fa più fatica d aiutare un altro suo amico perché prima deve aiutarsi lui, che lo picchiano lui, se non si difende subito». «I forti non nascono forti, ci diventano pian piano abituandosi a crescere senza fretta e senza paura». «I deboli, per me, non sono quelli che hanno paura di tutti ma solo di chi è più forte di loro».
«Per me ci vuole più coraggio per chi è debole, invece per chi è forte ci vuole meno coraggio». «I deboli non sono quelli che non hanno forza, ma quelli che piangono subito e se ne vanno se per caso capiscono che possono perdere». «Io credo di essere più forte che debole ma non so bene spiegare perché». «Anche io credo sempre di essere più forte, ma dipende da chi si mette contro di me». «Secondo me i bambini che non hanno abbastanza cibo per mangiare e per vivere è normale se va a finire se sono i più deboli e i più magri. Invece dovrebbero cercare di essere un po’ più robusti, se gli diamo qualcosa da mangiare e dopo si difendono e giocano anche da soli. Per me non è colpa loro se dono più deboli di noi, ma noi dovremmo aiutarli».
(il Manifesto – 1 Febbraio 2024)