Mi raccontate con parole vostre quello che abbiamo letto?
«Noi abbiamo letto un racconto che era come una vita a Venezia, tra le isole di Venezia….».
«Non era come una favola, ma era come una cronaca».
«A Venezia ci sono tante isolette che sono vicine tra loro e infatti si chiama laguna di Venezia».
«La gita raccontava di Murano, che è un isola dono da tanto tempo, da tanti secoli, ci sono delle fornaci dove si fa il vetro, si soffia il vetro, si costruisce».
«Le fornaci sono come dei forni dove si cuoce il pane o la piazza, solo che invece del pane e della pizza si cuoce il pane».
«Quelle sono i forni».
«Un problema della lavorazione del vetro è che per le fornaci ci vuole il fuoco, ci vuole una temperatura molto alta per fare il vetro, non come per fare la piazza, ma dei fuochi grandi, così è più facile se scoppiano degli incendi, specialmente se le case lì vicino sono costruite in legno».
«Proprio per quello hanno deciso di fare tutte le fornaci e trasportarle nell’isola di Murano, cioè su una sola isola, non in tutta Venezia».
«Io ho visto delle sculture in vetro di Murano perché mia zia ce ne ha regalata una o due quando era andata a Venezia. Ci ha regalato un cavallo e anche un portacenere, credo».
«Quelli che lavoravano il vetro si chiamavano e si chiamano ancora vetrai».
«I vetrai costruivano delle cose così belle che vivevano come prigionieri nell’isoletta di Murano. Un tempo non potevano allontanarsi senza un permesso speciale. Non dovevano raccontare a nessuno i segreti della loro arte perché erano capaci di fare solo loro dei capolavori di vetro così belli».
«Se uno vuole vedere che cosa facevano, tutte le cose più strane e originali, c’è anche il Museo del Vetro: lì ci sono degli oggetti di vetro di tutti i colori e le dimensioni e le forme».
«La fornace non è il forno, ma è la fabbrica dove vengono fusi il vetro o altri materiali. Che poi si fondevano nei forni».
Ma avete capito come nasce il vetro soffiato?
«Io ho visto che fanno anche dei lampadari in vetro e delle lampade, col vetro».
«Fanno degli oggetti di vetro molto piccoli, dei porta fortuna, dei soprammobili. Oppure li fanno anche molto grandi, ma stano di più».
«Per soffiare il vetro bisogna avere molto fiato, bisogna saper soffiare, avere i polmoni belli grandi perché è dai polmoni che nasce il fiato».
«Loro usano una canna di ferro. Prima fanno una palla di ferro fuso, cioè molto calda e che si può mantenere molto bene, poi ci infilano dentro la canna di ferro duro, poi devono soffiare dentro questa palla di vetro fuso e ne tirano fuori una grossa soffia. Poi mentre soffiano dall’altra parte della canna, muovono la panza che hanno nell’altra mano, nell’altro braccio, e un questo modo tirano e trasformano la palla di vetro fuso e gli fanno prendere diverse forme e anche diversi coloro».
«E’ difficile da spiegare a parole ma se guardia il video come lo abbiamo guardato noi, non è così facile fare questa cosa del vetro che si tira perché col caldo è come una specie di gomma che si può tirare da una parte all’altra e darci tutte le forme che uno vuole, se impara. Per esempio può fare col vetro la forma di un pesce. Però devi sempre essere molto veloce, altrimenti si rovina tutto e puoi anche rischiare di bruciarti e farti male».
«Nel video, con la pinza abbiamo visto trasformare la palla di vetro fuso in varie cose. Con la pinza, se lo sai fare, puoi fare molti oggetti, molti soprammobili, per esempio dei bicchieri e delle bottiglie».
«A me quelli che piacciano di più sono i vasi di vetro perché sono molto originali. Oppure si può fare anche una figura tipo una persona, o una faccia, o un animale. Oppure si possono fare delle figure. Insomma, puoi fare dei soprammobile astratti o dei soprannomina astratti. L’importate, per me, è imparare molte cose come si fanno e poi non avere fretta».
«Nel video diceva che non esistono le scuole per diventare uno che fa il vetro, un vetraio. Tu devi iniziare andare nella bottega di un vetraio, nella sua fornace, poi stare molto attento a vedere come fa lui a fare le cose e poi, così, pian piano impari anche tu a fare come li, ti insegna un po’ alla volta, devi imparare lentamente e ci vuole molto precisione ma anche molto fiato per soffocare nel tubo di ferro e anche molta abilità nell’usare le pinze».
(il Manifesto – 25 Maggio 2023)