Mi dite con parole vostre quello che avete capito sul testo narrativo di tipo realistico che abbiamo studiato in queste ultime settimane?
«Io ho capito che realistico, poi, vuol dire reale, cioè vero. Perciò il racconto che c’è deve raccontare delle cose vere, non inventate». «Sì delle cose che sono successe». «Be’, anche se non sono successe è uguale, perché tutti i racconti sono un po’ di fantasia. L’importante è che siano storie che, anche se non sono vere, non sono inventate ma sono realistiche, cioè, anche se non ci sono state veramente, potrebbero esserci delle storie proprio così, proprio come quelle raccontate. Per esempio, in un racconto realistico non si non le fate». «Neppure i principi e i re come nella fiaba». «O gli animali parlanti come nella favola. Perché gli animali non parlano come noi, quella è una fantasia». «Io mi ricordo che il personaggio principale del testo realistico si chiama protagonista, mentre i suoi amici si chiamano personaggi secondari proprio perché sono meno importanti di lui, del personaggio principale. Poi anche la parola, lo dice. Cioè, se è il protagonista, vuol dire che il più importante è lui».
«Poi questi testi, naturalmente, devono svolgersi non in luoghi fantastici, ma reali, realistici, tipo una casa, una pineta, al mare, in un bosco, non su un pianeta sconosciuto o di fantasia, ma che esiste veramente». «Poi anche il tempo deve essere al presente. O comunque…. Insomma, deve essere preciso, il tempo. Se nelle fiabe tu dici, tu anzi dicendo C’era una volta tanto tempo fa…. Insomma, nel racconto realistico non va bene, è sbagliato, perché Tanto tempo fa non vuol dire niente, perché Tanto tempo fa non è un tempo preciso». «Io invece mi ricordo che bisogna iniziare dall’inizio della storia e finire alla fine. Questo è uguale alla favola o al mito. Devono essere tutti i pezzi in ordine, altrimenti non si capisce niente, ti salta fuori un racconto o una favola che non si capisce niente, che nessuno ci capisce niente».
«Sì, è vero. Prima ci deve essere l’introduzione: lì di solito si presentano i personaggi e il luogo della storia. Alla fine, invece, c’è il finale, che poi si può dire anche conclusione: sarebbe la fine della storia». «Io l’inizio e la fine li so fare benissimo, invece lo svolgimento, la parte in mezzo, non riesco molto». «Perché l’inizio è più corto. E anche la fine è più corta. Invece la parte in mezzo è più lunga». «A me piacerebbe che ci fossero delle storie realistiche o delle favole che hanno solo l’inizio e la fine senza svolgimento, senza niente in mezzo». «Ma non è possibile. Non sarebbero più dei racconti realistici o delle fiabe. Non sarebbero niente». «Per me no. Forse sarebbero solo più costi, ma sarebbero sempre delle storie». «Anche se non succede niente? Per me no. io non credo». «Un negozio di giocattoli, per esempio, può essere un luogo reale, non fantastico. O anche un’aula di scuola. O la casa di un bambino. O la sua camera». «Un drago, per esempio, nel racconto reale non può esserci perché non è reale, un drago. Non esiste nel mondo vero, ma solo sui libri, solo nella fantasia. Invece se nel racconto c’è un cane può essere un racconto realistico perché i cani esistono, un bambino può avere un cane, io infatti ce ne ho uno a casa mia».
Vi posso fare una domanda? mi dite se a voi piacciono di più i testi realistici o fantastici? E perché, se me lo sapete dire?
«Io quelli reali, perché le favole mi sembrano robe da piccoli». «Sì, anche io, mi sembrano un po’ delle bugie, delle storie inventate che si raccontano ai bambini piccoli per farli addormentare o farli stare zitti». «A me invece le favole piacciono perché ci sono dei personaggi migliori di quelli che ci sono nel racconto realistico. Poi nel racconto realistico i personaggi sono come noi, sono come la gente che incontri sempre, incontri tutti i giorni, allora sono un po’ noiosi, per me, perché sai già tutto, sai già cosa succede, sai già come sono i personaggi». «A me piacciono se sono avventurosi. Piacciono sia i acconti realistici sia quelli fantastici, però devono succedere molte cose». «Io preferisco i racconti realistici perché sono più da grandi e si parla del mondo vero». «Per me i racconti fantastici sono più emozionanti e le favole sono anche più amorose».
(il Manifesto – 20 Ottobre 2022)