Ciao Sasso. Di cosa parla questo libro?
«Di un sasso e di una bambina che si incontrano. Cioè, la bambina, mentre cammina, incontra il sasso e lo raccoglie». E poi inizia a parlare con lui. A fargli delle domande. Per esempio se gli piace essere un sasso. O se fa dei sogni sassosi. Perché lui fa dei sogni sassosi.» «prima gli chiede anche se,… cioè, perché lui, il sasso, quando lei lo chiamava, quando lei voleva entrare dentro di lui, non gli apriva e non gli parlava. E lui risponde che non poteva entrare perché non c’era posto, perché il sasso era tutto pieno di sé. E poi… E poi non poteva parlare perché….» «Perché i sassi parlano poco». «o dormiva». «O era in letargo». A me il libro è piaciuto, anche i disegni, solo che la storia era un po’ starna. «Vero. La bambina gli chiede se i sassi vanno in letargo e il sasso risponde che alcuni ci vanno e altri non ci vanno». «Lei, allora, si immagina se tutti i sassi fossero delle uova e dopo il mondo sarebbe popolato da serpenti». «O da dinosauri». «Dinosauri?» «Sì, perché anche i serpenti e le lucertole e i dinosauri sono ovipari, cioè nascono dalle uova. Altrimenti sarebbero mammiferi, se nascono dalla pancia della femmina». «Poi parlano di tante cose, anche di cose è fatto un sasso, per esempio. Che non è fatto di gomma o di carta, ma solo di sasso».
Mi dite quale è la parte che vi è piaciuta di più e mi spiegate perché?
«A me è piaciuta molto la pagina dei dinosauri. Quando la bambina gli chiede quanti anni ha. Quanti anni hanno i sassi e lui dice che ci sono sassi antichissimi. Alcuni esistevamo già al tempo dei dinosauri. E infatti c’è un gioco…. No, c’è un dinosauro che gioca con sasso. Sì, che si mette il sasso sulla testa come fosse una palla». «A me piace quando la bambina chiede al sasso perché tutti i sassi sono piatti, sono bassi, piccoli. Invece il sasso le spiega che non è vero, si sbaglia. Perché i sassi piccoli, anche quelli piccolissimi, tipi un granello di sabbia, le spiega, prima erano grandi, grandissimi, solo che col passare del tempo sono diventati piccoli». «non per colpa loro, per colpa dell’acqua, della pioggia, dei rotolamenti e insomma, di tutto il tempo che è passato». Q»A me la parte del libro che mi piace di più è quando lei, la bambina, gli vuole costruire una coronino di carta e infatti la costruisce perché vuole metterla sulla sua testa, la testa del sasso. Solo che dopo, quando ha già fatto la coronino di carta, chiede al sasso dove è la sua testa e lui gli risponde che non c’è perché lui è tutta testa». «Allora c’è». «Sì, c’è, ho sbagliato» «Anche i disegni a me sono piaciuti molto. Soprattutto all’inizio, quando lei gioca con il sasso. Gioca in tutti i modo. Se lo mette in mano, sotto i piedi, sotto il mento, sulla testa….» «Anche io delle volte parlo con delle cose… Come i giocattoli, però… Come delle bambole…. Non con dei sassi». «A me piace quando il sasso dice che gli piace più essere toccato che non essere toccato dalla bambina e che si diverte».
E la fine? Vi è piaciuta? Avete capito perché finisce così?
A me non è piaciuta perché io, se ero suo amico, non lo tiravo via». «Ma era il sasso che voleva essere lanciato, allora la bambina ha esaudito il suo desiderio». «No, non voleva essere lanciato». «Invece sì. Invece voleva». «Alla fine è un po’ strano perché loro sono diventati un po’ amici ma la bambina non è sicura allora glielo chiede e lui, il sasso, dice che si sono conosciuti ma non sono ancora diventati amici. Poi gli spiega come una bambina può diventare amica di un sasso. O anche un bambino». «Sì, tirandolo via!» «Dice che bisogna accarezzarlo, lavarlo, tenerlo molto tempo intasca, in mano. Bisogna pulirlo. E tenerlo con sé. Ma poi bisogna anche lanciarlo. Ma non per sempre. ma non contro qualcun altro. E dopo bisogna andare a cercarlo e curarlo e rilanciarlo ancora e insomma, sempre così.» «L’ultima pagina era tutta verde con il sasso che dive Ciao e anche la bambina che diceva Ciao». «A me non sembra una bambina, sembra un bambino». «A ogni modo, il modo era quello: lanciarlo, poi andarlo a riprendere, poi lanciarlo, sempre così».
(il Manifesto – 9 Dicembre 2021)