Mi spiegate con parole vostre che cosa avete capito sull’aggettivo qualificativo che abbiamo studiato nei giorni scorsi? Quello che ricordate.
«Allora, intanto l’aggettivo non è un nome e neppure un verbo e neppure un articolo, se no non sarebbe qualificativo, cioè una qualità». «E’ una parola speciale». «Qualificativo vuol dire come una qualità, vuol dire come è fatto, cosa è, come può essere una cosa o un animale». «I nomi hanno gli articoli davanti. Gli articoli sono le parole più corte. Invece i verbi sono le azioni». «Io ho capito che se tu dici l’acqua è fredda, per esempio, fredda è l’aggettivo qualificativo. Perché? Perché tu devi farti una domanda: Come è il fuoco? Caldo. Allora caldo è l’aggettivo qualificativo. Oppure: Come è l’acqua? Fredda. Allora l’acqua è l’aggettivo qualificativo. Perché poi ogni cosa è come è o come sarà». «Per me è molto facile l’aggettivo». «Sì, invece i nomi sono più difficili perché ci sono nomi di tanti tipi come comune e non comune, di cosa o di animale, di persona o di città, maiuscolo o minuscolo, maschile o femminile…» «Anche gli aggettivi però sono maschili e femminili….»
Ah, ecco, spiegatemi questa cosa: che vuol dire che nome, aggettivo qualificativo e nome concordano in genere e in numero? Intanto, cosa vuol dire genere e numero?
«Però maestro queste sono due domande, non una». «No, sono tre». «Facilissimo. Il genere è come quando voi in bagno: il bagno delle femmine dei maschi. Invece il numero è…. « Il numero è uno o tanto. Se sei uno, un bambino, dici il bambino. Invece se sono tanti dici i bambini perché sono due, tre, quattro anche molti di più». La concordia vuol dire che vanno d’accordo». «Sì, perché sono tutti uguali: articoli, nomi, aggettivi qualificativi. Cioè, sono tutti diversi, ma sono anche tutti uguali». «Non capisco. Non ho capito». «E’ facile, ma è difficile da spiegare». «Per esempi…. Per esempio, se io dico i bambini, sono tanti, sono…. Anzi, no, se io dico bambino, allora è uno solo, allora è singolo, è singolare. Allora… Allora davanti l’articolo non può essere i bambino. Non ha senso mette: i. Perché non sta. È sbagliato tutto. Invece ci vuole: il. Perciò è giusto: il. Perché è uno solo. Non so. Ah, no, no, perché l’articolo è singolare, singolo. E anche il bambino è singolo, uno. E allora se dici come è…. Insomma, non puoi dire belli. Se è un bambino, non puoi dire: belli. Se è uno devi scrivere: bello. Allora è questo che vuol dire che tutti funzionano, tutti sono singolari. Se invece erano plurali, tutti erano plurali».
Vabbe’, adesso facciamo un po’ di gioco…. io dico un nome e voi degli aggettivi qualificativi?
«Uno?»
Anche di più. Allora… Allora…. La parola è casa.
«Casa grande». «Nuova». «Larga. Pulita».
Albero.
«Alto. Altissimo. Curvo. Pieno di foglie». «Foglioso».
Cambio gioco: dico alcuni aggettivi di un nome, però dentro ce ne è uno, di aggettivi qualificativi, che non c’entra niente, che è sbagliato…. Guardiamo chi lo indovina… Partiamo da… Neve. Dico gli aggettivi: candida, bianca, fredda, sporca, bollente, fresca, ghiacciata.
«Candida! candida è sbagliato». «Ma no, candida vuol dire come bianco!» «Sì, è giusto, candida. Quello sbagliato è bollente».
Giusto. Bollente. Adesso dico cielo… Il cielo è…. nuvoloso, sereno, soleggiato, cupo, affamato, piovoso…
«Ah, questo è facile…. Piovoso. Anzi, no, affamato». «Però di sbagliati ce ne possono anche essere più di uno, maestro, tipo un cielo lungo, ululante. Oppure cielo duro. O saporito. O…..» «Allora anche albero… Posso dire albero verde, alto, secco, spoglio se non ha le foglie… Ma anche aggettivi sbagliati come sciocco. O albero scemo, simpatico, stanco…»
(il Manifesto – 8 Luglio 2021)