Oggi vorrei ripassare tutte le cose che abbiamo provato a imparare sulla punteggiatura…. Cioè sulle virgole, il punto, i due punti…. Mi provate a spiegare con parole vostre quello che ricordate?
«Il punto io lo sapevo già. Perché lo facevamo già E’ alla fine della frase. Tu, dopo il punto. devi andare a capo e mettere la lettera maiuscola. Il punto è fatto così: come un punto e basta, solo un punto». «Anche io ho capito il punto. E’ una cosa che… Cioè, tu ti devi fermare. E’ come uno stop. Devi contare fino a due, per esempio. E dopo riprendi a leggere quello che c’è da leggere, che poi è un’altra frase da leggere». «Anche la virgola è facile, per me. Anche i due punti. Però la virgola è più difficile da fare perché ti viene un poccio, a me viene troppo lunga. Invece i due punti sono facili perché li metti uno sopra l’altro, vicini». « Io mi ricordo che hai detto che se c’era il punto devi contare fino a due, invece se c’è una virgola è come se devi contare fino a uno».
Sì. Sono come delle pause nella lettura. Tra una parola e l’altra. Avete capito bene. Sapete cosa è una pausa?
«Sì, che stai zitto». «Sì, ti fermi e dopo vai avanti. Se c’è il punto ti fermi di più. Se invece c’è la virgola di meno. Se invece ci sono i due punti puoi fare metà e metà». «I due punti ci sono quando inizia un elenco, che è poi come una lista, come quando la mamma o il papà fanno la lista per andare a fare la spesa, per comperare le cose da comperare. Però noi non scriviamo le parole una sotto l’altra. Allora…. Allora tra una parola e l’altra ci vuole la virgola. Per esempio io posso dire…. Vado alla Coop e compro una mela, una pera, un gelato, una caramella, l’insalata. E infatti dopo ogni cosa che compra ci vuole la virgola. Cioè ti devi fermare un attimo. non puoi comprarle tutte insieme». «Però prima ci volevano i due punti. Ti sei dimenticata. Perché cui hai detto….. Alla Coop ho comprato…. E dopo che hai scritto comprato, dopo ci vogliono i due punti…. Ci vogliono perché i due punti vogliono dire: Adesso ve lo spiego. Vogliono dire: Adesso te lo dico. vero maestro che ci hai detto così?» «Le virgole sono degli elenchi. Tipo delle cose sempre uguali. Tipo quando conti delle cose». «Anche il punto di domanda è facilissimo… Cioè, per fare la domanda con la voce, io, la domanda, la faccio. Ma è disegnarlo non ci riesco bene. Perché è come un ricciolo rotondo ma non è rotondo. Poi a me viene sempre grande. sempre basso. Anche il puntino sotto». «Bisogna fare come un ricciolo, non un cerchio». «Per me è facile». «A me invece… Certe volte io non faccio bene la voce della domanda. Quando c’è sul libro, delle volte non la faccio bene». «Però il punto esclamativo è più facile perché c’è solo una riga e il punto. Non c’è un ricciolo da fare. La riga è più facile del ricciolo». «A me il punto di domanda piace di più come è fatto». «Maestro, mia mamma ha detto che c’è anche il punto e virgola. E vero? Come è il punto e virgola?»
Esiste. E’ come i due punti. Si somigliano. Sopra c’è un punto e sotto, invece di un altro punto, c’è una virgola. E’ una pausa…. E’ una presa più lunga della virgola ma più corta di un punto. Solo che quest’anno non la studiamo. E’ difficile. Siete in seconda. Abbiamo tanto tempo per imparare bene. Il punto e virgola lo facciamo un altro anno. Piuttosto, nessuno mi ha ancora parlato dei tre punti…
«Ah, sì! Quelli sono facili. E’ quando ti sa fatica scrivere tutto un elenco lunghissimo e allora tu metti i tre punti. Ma non uno sopra l’altro, vicini…. In basso… Sulla riga…» «Serve per fare una sorpresa…. Come nelle favole… Uno dice, per esempio… C’era una volta…. E dopo mette tre puntini perché non lo dice subito, non dice subito quello che c’era, ma ti fa venire la voglia di saperlo». «Oppure se tu dici, per esempio… Nel mio astuccio ci sono un temperino, un pastello verde, una matita, una gomma, un pastello giallo, un pastello bianco e dopo ti stanti di scrivere tutti i pastelli, ti stanchi di scrivere tutti i colori, allora puoi mettere i tre puntino che vogliono dire…. Che poi sì, insomma, vogliono dire che ci sono anche gli altri pastelli, nel tuo astuccio. Ci sono tutti i colori. Ma tu non sei costretto a scriverli proprio tutti perché uno se li può un po’ anche immaginare».
(il Manifesto – 13 Maggio 2021)