La proposta del neo-segretario del PS Enrico letta di aprire il diritto di voto ai sedicenni sta suscitando reazioni. Letta fece questa proposta già nel 2019. Allora mi colpì un’inchiesta di un sito scolastico, in cui la maggioranza dei sedicenni si dichiarava non interessato o impreparato. Le stesse obiezioni di tanti adulti. Le stesse del 1975, quando si abbassò il diritto di voto da 21 a 18 anni. I più giovani sono impreparati, immaturi, se non addirittura ubriaconi o delinquenti. Obiezione. Non sarebbe meglio, allora, che votassero solo i trentenni? O solo i laureati? Non è pericoloso, alla lunga, ragionare così? La democrazia non funziona così, occorre prenderne atto. Ancora: non possiamo dire che molti sedicenni, oggi, sono più informati e preparati di quelli del passato? Ma anche di molti adulti di oggi? Inoltre, le aspettative di vita sono aumentate, oggi votano molto più anziani rispetto il passato, col voto dei sedicenni non potrebbe riequilibrarsi la platea elettorale italiana? E responsabilizzare di più i ragazzi. Inoltre costringerebbe tutti i partiti a occuparsi di più di loro, che ora li ignorano? Anche se attualmente rappresentano solo il 2% degli elettori. Ma il voto ai sedicenni, soprattutto, non costringerebbe anche la scuola a rompere un tabù: parlare di orientamenti politici a scuola? Tema delicatissimo, certo, che impone da parte dei docenti l’assoluta imparzialità, certo; ma che di fronte a un diritto di voto ai sedicenni, credo, non potrebbe più essere rimandato. Esistono già realtà dove c’è il voto ai sedicenni: in regioni della Germania. Non è una tragedia. Anzi.
Niente da fare: i pregiudizi degli adulti sui giovani rimangono. Tanti. E insieme ai pregiudizi, le diffidenze. Ma chi, meglio di loro, rappresenta meglio il futuro e, soprattutto, ne è più interessato? O forse qualcuno pensa che siano anche masochisti?
Io sono favorevole alla proposta per un motivo semplice. Uno studente legge poco? State sicuri che, probabilmente, i genitori e gli adulti intorno a lui leggono ancora meno. Non è detto, ma spesso è così. Insomma, prima di rifiutare la proposta di voto ai sedicenni, anche come adulti, riflettiamoci bene. E ricordiamo che in Italia, oggi, è delicato parlare di «competenze» politiche. E tanti adulti vanno a votare con un bigliettino in mano perché glielo dice qualcuno.
Da quest’anno è entrata a scuola una materia come l’Educazione Civica, concedere il diritto di voto ai sedicenni sarebbe il modo migliore per coinvolgerli e farli sentire cittadini.
Stesso discorso, se ci pensiamo bene, riguarda il dibattito infinito sulla concessione dello ius soli e del diritto di voto ai nativi italiani: escludendoli dalla vita sociale e politica, dicendo che non sono cittadini italiani, siamo sicuri che ci sia più democrazia, coesione sociale, sicurezza e un futuro migliore per tutti?
Articolo pubblicato sulla del 16 Marzo 2021