Nelle settimane e nei mesi scorsi, quando non eravamo in zona rossa, le scuole – tutte le scuole, alla fine, anche quelle dell’obbligo – sono state chiuse. Adesso siamo in zona rossa, e le scuole probabilmente riaprono. Evviva. Siamo felici, ci mancherebbe. Genitori. Docenti. Studenti. Tutti. Sono sicuro. Ma… non si capisce bene come e perché le scelte cambino. Secondo quali criteri, soprattutto. Forse ora che siamo in zona rossa c’è più sicurezza di prima? Speriamo. Ora si parla della possibilità di avere un termometro davanti alle scuole per misurare l’eventuale febbre, e non affidare l’operazione ai genitori degli studenti. Ora si parla di fare tamponi, forse vaccini, non solo ai docenti, ma anche ai bambini e studenti: a campione. Perché adesso queste belle possibili soluzioni – che in tanti genitori e docenti avevano già invocato la scorsa estate e avevano ricevuto come risposta un secco no – adesso si ritirano fuori? Forse per il cambio di governo? O c’entra qualcosa anche la protesta dei genitori? Anche nella nostra città e nella nostra provincia? Dalla bassa agli Appennini? Può darsi. Non si sa. Forse non è dato che tutti possano o debbano sapere i perché di questa faccenda. Va bene così. Andrà tutto bene.