Come valutare uno scolaro in tempi di didattica a distanza? Specie i più piccoli? La confusione sotto il cielo è tanta. E la certezza è una sola: oggi, in Italia, non esiste mestiere più flessibile dell’insegnamento, dove le cose cambiano, se va bene, una volta a ogni governo. Nella scuola primaria, l’entusiasmo di tanti docenti per la recente abolizione del voto numerico si era già spento a fine primo quadrimestre. Come mai? Il livello delle cosiddette competenze individuali aveva uno spettro ancora più ristretto, essenziale e vago di quanto avvenisse con i voti numerici. Tanto che, per maggior chiarezza nei confronti dei genitori, la tendenza segreta di moti istituti comprensivi è stata quella di equiparare i giudizi ai voti numerici: Iniziale (6), Base (7), Intermedio (8), Avanzato (9 o 10). Ma allora perché non tenersi i voti numerici di prima? Con l’arrivo della DaD, la valutazione si è ulteriormente complicata, rischiando di diventare surreale. Con registri elettronici pagati dagli istituti comprensivi non aggiornati: danno la possibilità di dare voti numerici, che però non si possono dare. Con i genitori degli studenti abituati a vedere i voti dei loro figli in tempo reale sugli smarphone, che ora si vedono arrivare solo compiti. Con lezioni e verifiche on line che si svolgono con mamma o papà accanto agli scolari, per lo meno i più piccoli. Senza garantire l’oggettività né la serietà della valutazione. Ma neanche la privacy e tutta la libertà di sbagliare di cui ha diritto ogni bambino. Consigli ai docenti?. «Appuntatevi i giudizi su un bloc-notes. Sì, sì, sulla carta, anche se siamo in piena digitalizzazione, i voti o i giudizi degli studenti, a vostro piacimento. Poi si vedrà. È la scuola italiana. Chi campa un giorno, campa un anno. Intanto tutti, docenti e dirigenti, attendono con ansia o disillusione le circolari e i webinar esplicativi, che non potranno comunque tener conto dell’autonomia dei singoli istituti: chi adotta registri elettronici, chi no, chi si inventa schede valutative ad hoc, eccetera. La vera valutazione, dicono tutti, avviene con le prove Invalsi. A proposito, si faranno anche quest’anno? Dopo due anni che gli scolari hanno frequentato solo metà anno scolastico? O salteranno anche quelle come lo scorso anno? Mistero. Si andrà per il secondo anno consecutivo verso una promozione di massa di tutti gli studenti? No, pare. Ma forse sì. Anche perché in caso di ricorso per bocciatura o giudizi fortemente negativi di uno studente, sarà difficile spiegare alla famiglia che la scuola senza andare a scuola equivale a quella in presenza di cui parla la nostra Costituzione. Non solo per qualità, ma per numero di ore frequentate dagli studenti.
Articolo pubblicato sulla del 23 Marzo 2021