Cari studenti italiani delle scuole superiori, da tempo avreste dovuto tornare a scuola. Ad ogni annuncio di riapertura, dove c’era addirittura un senso di attesa e di emozione, la decisione è slittata. Al punto che l’intero anno scolastico potrebbe trascorrere tutto senza andare a scuola, cioè al di fuori della scuola della Costituzione. Perché esclude il 10% degli studenti e aumenta i dati già preoccupanti del nostro Paese sulla dispersione scolastica. Chissà se alla fine dell’anno sarete tutti promossi come lo scorso anno, visto che frequenterete comunque meno ora di scuola e comunque quella della DaD non è la scuola della Costituzione. Anche se il Ministero all’Istruzione non ha ancora detto nulla, credo di sì: se non fosse così, ogni genitore potrebbe denunciare la scuola.
Cari studenti, siete i più grandi dimenticati della nostra società. Siete e siete stati fin troppo pazienti: avete sopportato questa situazione di limbo doloroso e confuso durata quasi un anno. Fate bene a protestare. Per farvi sentire avete solo un modo, come ogni giovane, in ogni tempo: urlare, sperando che qualcuno vi senta e vi ascolti. Le indicazioni nazionali e regionali sono cambiate e cambiano in continuazione, si sovrappongono, si annullano, creano confusione. Vergognosamente.
Avete mostrato pazienza e flessibilità, ma il risultato è sempre lo stesso: tutti a casa. Nella vostra cameretta, per chi ce l’ha. Ognuno davanti al proprio schermo: dell’i-pad, del computer o del cellulare, se ce l’ha. Siete stati trattati da troppi adulti come burattini, come scemi. L’Italia sta negando a ognuno di voi e all’intera vostra intera generazione un diritto fondamentale: l’educazione e la formazione. Un diritto costituzionale. Di una costituzione che qualcuno considera carta straccia.
Non c’è un magico futuro
Tanti giornalisti e altri adulti, dopo avervi ignorato, solo ora vi seguono e vi danno ragione. Vi invito a pensare un attimo al teatro: se un ragazzo guarda la registrazione alla Tv o sul computer uno spettacolo di teatro, a nessuno salterebbe in mente di dire che è andato a teatro, ha fatto l’esperienza di andare a teatro. Invece a voi, per quanto riguarda la scuola, tanti adulti hanno detto per mesi e mesi che stavate andando a scuola anche se non ci andate. Anzi, che grazie alla DaD avreste avuto la fortuna di precipitare da un giorno all’altro in uno splendido futuro tecnologico. Falso. Pensateci: una vera presa in giro.
Cari studenti, occorre dire con chiarezza che la DaD fa male. La metodologia regredisca di decenni: si ferma spesso alla lezione frontale, con voi ragazzi sfiniti anche da quattro o cinque interrogazioni al giorno. Una follia. L’approfondimento dei programmi non è lo stesso.
In Olanda, dove la DaD è stata utilizzata meno della metà che in Italia, è stato calcolato che i ragazzi hanno perso circa un terzo degli apprendimenti programmati. Eppure una recente indagine nazionale registra che la maggioranza degli studenti italiani adolescenti preferisce la scuola a distanza a quella in presenza. Per comodità.
Non stupisce. Il pericolo è l’aumento anche in Italia i casi di hikikomoro, ragazzi che stanno in disparte, tendono a auto isolarsi, rifiutare i rapporti con altri: una malattia psicologica e sociale. Non è un caso che da quando c’è la DaD sono aumentate in modo esponenziale le chiamate di adolescenti a Telefono Azzurro.
Ma c’è di più: tanti studi di psicologi e pedagogisti ci dicono che le conoscenze e le nozioni, tra i bambini ma anche tra gli adolescenti, si trasmettono, rafforzano e sedimentano solo attraverso emozioni, quelle che riesce a trasmettere un buon docente, altrimenti si sciolgono come neve al sole; e la DaD, nello sviluppare emozioni, ha grandi limiti.
I calcoli economici
Cari studenti, io insegno in una scuola primaria che quest’anno non ha mai utilizzato la Dad, voi la utilizzate e non andate a scuola. Gli adulti hanno più fiducia in un bambino che in un adolescente? O mancano trasporti adatti? No. Voi adolescenti potete stare a casa da soli, i bambini no. O i loro genitori non potrebbero andare a lavorare. La ragione è economica.
Non c’è da stupirsi: ricordatevi sempre, cari studenti, che le prove per misurare le vostre competenze rispetto ai vostri coetanei europei, in cui si dice quasi sempre che voi siete tra i più impreparati – anche se non vero, basta un’esperienza con Erasmus per rendersene conto – sono prove tenute dall’Ocse, che non è un ente pedagogico, didattico o morale ma economico.
Un ente che più volte si è dichiarato contro la scuola pubblica e a favore delle scuole private a pagamento. Un ente che vorrebbe sopprimere le scuole pubbliche. Un ente che mette in gara, come se la scuola fosse una gara, alunni e studenti della scuola pubblica altri delle private. Un ente razzista perché si rifiuta di considerare le prove di studenti stranieri o disabili. Un ente che fa pagare la sosta istruzione alle vostre famiglie: in Inghilterra e negli Stati Uniti, uno studente costa circa dai 30mila ai 50mila euro all’anno. E in tanti studenti, per andare a scuola, fanno debiti prima ancora di sapere se avranno mai a trovare un lavoro.
In questi mesi abbiamo sentito parlare in continuazione di emergenza sanitaria, ma mancano informazioni sui danni che questa situazione provoca in bambini e adolescenti, – danni psicologici che percentualmente, ricordiamolo, oggi possono risultare pericolosi almeno quanto il Covid.
Cari studenti, pensateci: fino all’arrivo del virus noi adulti vi dicevamo di non stare troppo tempo davanti a uno schermo, ora molti di noi non vi dicono niente. Quale è la verità? La verità è che una permanenza di troppe ore davanti a uno schermo – perché dopo la scuola è giusto che incontriate anche i vostri amici, spesso sempre attraverso la rete – provoca gravi danni.
I danni alla salute
Cari studenti, come state? Ve lo chiedo perché un’esposizione prolungata davanti ai video crea danni profondi nella crescita. Una recente ricerca del Gonski Institute for Education dell’University of New South Wales, in Australia, elenca alcuni danni legati ad un uso prolungato della DaD. Aumenta la vostra distrazione e diminuisce la concentrazione e l’attenzione. Aumentano i vostri disturbi di apprendimento. L’ansia. L’ipertensione. Il senso di inadeguatezza. La solitudine.
Provoca insonnia. Occhi rossi. Mal di schiena per la postura seduta prolungata di fronte al monitor. Stress. Aumenta il vostro senso di oppressione. E il calo della vista. E le crisi di panico, i disturbi alimentari. La vostra irritabilità. Porta alla depressione. All’insorgere di problemi emotivi e nel comportamento sociale. Riduce la vostra empatia. E quel che è più grave: vi fa perdere contatto con la realtà, con tutte le conseguenze, anche drammatiche, che possono prolungarsi nel tempo e recare disfunzioni permanenti del tempo.
Certamente anche nella DaD ci potranno essere forse anche aspetti positivi, ma non in quella emergenziale che vi è propinata oggi. A guardarla bene, questa scuola a distanza assomiglia molto a una foglia di fico per nascondere i tanti problemi che la nostra scuola ha da decenni, legati a un taglio sconsiderato di docenti e fondi compiuto indistintamente da governi di centrodestra e centrosinistra in perfetta continuità da quasi trent’anni.
La scuola è un grande Cepu
In questi giorni tanti di voi insieme a docenti e famiglie sono scesi in piazza contro la DaD centinaia di studenti e docenti. Non in aula, senza più scuse, rimarcando la fragilità del sistema delle video lezioni. Uno degli slogan: La scuola è scuola e la Dad non è un rimedio ma un veleno. Se ci pensate, cari studenti, tutta la scuola superiore italiana, oggi, è come un grande Cepu. Ma forse voi non sapete cosa è il Cepu. Adesso, credo, sia chiamano Grandi Scuole o in altro modo. Fanno la pubblicità anche alla tv, che invece nessuno fa mai per la scuola pubblica.
Sto parlando della scuola a distanza e a pagamento. Un grande diplomificio: tu mi dai i soldi, io ti promuovo; poco di più. Quello a cui, un tempo, ricorrevano i bocciati di buona famiglia per non perdere un anno di scuola. Ma tra i tanti che vi girano attori, cari studenti, oggi nessuno ve ne parla più né se ne vergogna.
Una generazione a rischio
Mi chiedo: se nei prossimi anni aumenteranno tra gli studenti i già crescenti numeri di certificazioni neuro-psichiatriche, chi saranno i responsabili? Insomma, ricordiamoci che oltre al rischio di una crisi economica, di una crisi sanitaria, di una crisi di governo, esiste anche il rischio di una strage di innocenti, dimenticandosi e compromettendo colpevolmente una generazione di alunni e studenti. Come adulti, non possiamo permetterlo. Tutti a parole dicono che la scuola è una priorità, nei fatti non lo è per nessuno. E a rimetterci saranno sempre i più deboli meno tutelati tra i più deboli: voi ragazzi, voi adolescenti. Riaprire al più presto le scuole, offrendo tutta la sicurezza che possiamo: per prevenire un danno che potrebbe essere addirittura più grave e diffuso.
Ma il tema a voi studenti più caro e di cui sentite maggiormente la mancanza , giustamente, è la mancanza di socialità, di emozioni. Avete ragione da vendere. Non solo perché si cresce solo così. Ma anche perché la materia numero 1 di ogni tipo di scuola, anche se nessuno ve lo dice mai, non è la geografia o il latino, la matematica o l’informatica, la religione o la storia, ma imparare a stare bene e a lavorare bene in gruppo. Perché da grandi, qualsiasi lavoro riuscirete a trovare, lavorerete in gruppo. Creatività, logica e intelligenza, come diceva Gianni Rodari, si sviluppano meglio e di più in gruppo.
Dov’è la voglia di vivere?
La verità è che noi adulti vi stiamo togliendo la voglia di sognare, di vivere. Troppi adulti vi trattano e hanno trattato solo come consumatori. Vi hanno trattato come Pollicino e i suoi fratelli. Toccherà a voi, se ce la farete, trovare stratagemmi per uscire dal bosco. Da soli. O quasi. Ci sono in tanti, troppi adulti che vi dicono che protestare e difendere i propri diritti serve a poco o niente. Proprio per questo, mi fa piacere ricordarvi cosa è successo in Emilia Romagna e in altre regioni italiane. E’ bastato il ricorso di una ventina di genitori per bocciare e demolire l’ordinanza regionale. E le scuole superiori riprenderanno immediatamente in presenza, come minimo al 50 per cento.
Cari studenti, chi è vissuto prima di voi vi ha regalato dei doni non solo economici: diritti, doveri, e tra i tanti, la scuola della Costituzione, che non è certo quella che vivete voi ora. Questi doni, ora, dovete e dobbiamo imparare tutti a difenderli e tenerceli cari, a curarli. Dovete provvedere a una manutenzione costante dei vostri diritti. O rischierete che vi siano definitivamente rubati. Come già accade. Proprio perché oggi non basta dire che non siete semplici burattini, ma dimostrarlo coi fatti, ogni giorno, come si può, anche se magari all’inizio si è in pochi e sconsolati. Perché le cose importanti si fanno insieme, non le fa mai uno solo: ricordatelo
Articolo pubblicato su il 19 Gennaio 2021