Il nostro vescovo Massimo Camisasca, che certo non è nato ieri – e non perde mai occasione per manifestare la propria stima nei confronti del sindaco, del comune e dei politici che amministrano la nostra città, oltre naturalmente che agli industriali che la sorreggono dal punto di vista economico, – questa volta ha giocato a gamba tesa.
E’ accaduto recentemente: alla presenza della vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein. Quando si è data notizia dei prossimi «corridoi umanitari» che cercheranno di bonificare la situazione di profondo degrado sociale nei capannoni delle ex Reggiane.
Quelli del pugile Massimo sono stati due micidiali ganci sinistri- o forse destri? – inferti all’amministrazione reggiana.
Il primo: la dichiarazione «ho girato quasi tutto il mondo, mai visto un degrado così». Sottinteso: Così come a Reggio Emilia. Forse Massimo ha un pochino esagerato? Forse no? Non importa. Un’affermazione così pesante e categorica non l’aveva mai pronunciata prima. Neppure quando don Simonazzi lo accompagnò per la prima volta alle Reggiane. Neppure quando andò lì a dir messa.
Il secondo gancio destro o sinistro?
L’aver dettato lui, pubblicamente, le condizioni del risanamento, come riportato anche dai giornali locali. Fissando anche i giorni necessari: tre mesi. Cosa che, di solito, non fa mai neppure un vero sindaco o presidente della Regione. Che, per altro, erano lì di fianco a lui.
E’ risultato chiaro a tutti, giornalisti compresi, che almeno queste due dichiarazioni del vescovo Massimo, – che pure, in politica, indiscutibilmente,appartiene alla categoria dei pesi massimi, – non erano certo state concordate con gli altri soggetti e hanno creato più di un imbarazzo.
Il sindaco Vecchi, in un’intervista su TeleReggio, il giorno dopo, ha preso le distanze dalle parole del vescovo Massimo: “Non condivido le parole del vescovo, la fretta non porta mai a buoni risultati e le soluzioni muscolari non appartengono alla cultura di questo territorio”. Poi ha spiegato che tre mesi per bonificare le Reggiane non sono né adeguati né credibili: servirà almeno un anno. E sulle Ex Reggiane ha aggiunto: “Veniamo da tre anni di lavoro da parte del volontariato laico e cattolico, da parte di alcuni parroci, dei servizi sociali del Comune e delle forze dell’ordine. Un lavoro complessivo che ha impedito che la situazione creasse ulteriori problemi”.
Resta la domanda: un uomo così attento e intelligente come il vescovo Massimo Camisasca, probabilmente il politico più abile che abbiamo oggi sul nostro territorio, si è sbagliato? O forse ha pensato che fosse necessario fare così per dare una spinta a una situazione di stallo e per metterla in moto? Quello che è certo: non solo si è sentito in dovere di dire quello che ha detto e come lo ha detto, ma ha sentito pure di poterlo dire. E con grande tranquillità. Forse troppa? Ma no. In una recente intervista pre-natalizia ha dimostrato grande simpatia e profonda stima per il sindaco Luca Vecchi. Quasi più che per l’allenatore della Reggiana – non delle Reggiane – mister Alvini, di cui il nostro instancabile vescovo non è solo tifoso, come tutti sappiamo, ma anche maestro spirituale. Concludo con una citazione di Lev Tolstoj: “È straordinario che sia così perfetta l’illusione che la bellezza è bontà».