Mi raccontate con le vostre parole cosa abbiamo fatto ieri?
«La maestra Anna era andata in Quinta a prendere in prestito delle carte geografiche. Una era del mondo». «Hai detto che si chiama planisfero». «Io a casa ho il mapparono!» «Ma è un’altra cosa». «Però p sempre il mondo. Solo che non è fatto di carta, è un mondo fatto di plastica. poi può fare anche da comodino perché se schiacci il bottone, il mappamondo si accende». «Poi c’era anche la cartina di Italia. L’Italia è il nostro Paese». «Ma non paese come Calerno, come Sant’Ilario d’Enza, come Reggio Emilia che poi è una città, ma Paese con la lettera maiuscola, perché poi si può dire anche nazione». «A Reggio è nata la bandiera italiana rossa, bianca e verde». «Calerno è troppo piccola per avere una bandiera». «Nella cartina geografica dell’Italia abbiamo visto che c’erano tanti colori. E dentro a ogni colore c’erano delle scritte. quello blu era il mare». «Gli altri colori erano la nostra regione». «No, non c’eravamo solo noi. C’erano tutte le regioni di Italia. È una cartina bellissima». «Napoli è una regione?». «No. «E Cutro?» «No». «Napoli è in Campania. Invece Cutro non lo so….». «È in Calabria. Poi in Calabria c’è anche Reggio Calabria. Perché qui c’è Reggio Emilia. Ma in Calabria c’è Reggio Calabria, è logico». «Cutro è molto importante. Però noi siamo venuti qui a Reggio con mio papà e mia mamma e i miei fratelli e sorelle perché non c’è molto lavoro, in Calabria. Allora siamo venuti qui a Calerno».
Ma perché abbiamo guardato la cartina del mondo e dell’Italia?
«Perché noi… Perché non tutti i nostri genitori sono nati in Italia. Per esempio, il papà di M. è italiano, ma sua mamma è nata in India». «Anche mia mamma, a Santo Domingo. Però è più lontano dell’Italia. Santo Domingo è lontanissima. Ci vuole l’aereo per andarci. Però io sono nata in Italia». «Poi il papà di U. e viene dal Pakistan. Invece U. è nato in Italia come noi». «Io volevo nascere in Italia, però quando sono nato mia mamma era in Spagna, allora sono nato là» «Noi con la cartina del mondo abbiamo visto dove era l’Italia e poi dove erano i paesi lontano dall’Italia da dove sono venuti alcuni nostri compagni di classe». «Da posti molto lontani». «Però l’Italia era piccolissima. Non si vedeva neanche». «Invece il Brasile si vede perché il Brasile è molto più grande». «Invece la Grecia non è lontana dall’Italia. È vicinissima». «Anche l’Albania. L’Albania è come l’Italia. Solo che c’è il mare in mezzo. Ma un mare piccolo». «Invece in Cina c’è un mare grande».
Ma perché abbiamo guardato anche la cartina dell’Italia?
«Perché se avevamo chiesto in prestito due cartine, allora dovevamo vederle tutte e due. Altrimenti non aveva senso. Cosa la avevamo prese a fare due cartine, allora? Per niente». «Per vedere dove erano nati dei nostri genitori». «È vero, noi abbiamo tre gruppi: dei genitori che sono nati qui a Calerno o vicino a Calerno, poi quelli che sono venuti da fuori Italia, poi degli altri che sono venuti da altre regioni di Italia». «Napoli?» «Ma Napoli è una città!» «Mia mamma è venuta dal Veneto, papà da Parma». «Noi veniamo dalla Sicilia». «Io sono calabrese. Di Cutro. Infatti anche mio padre ha detto che io sono calabrese». «Mia mamma invece è nata in Puglia. Anche mio papà».
Cosa avete scoperto da questa lezione?
«Che scrivere il nome di tutte le Regioni dell’Italia in corsivo è lungo». «Sì, difficile, perché devi scriverle le lettere maiuscole e in corsivo per me sono le più difficili. Poi Friuli Venezia Giulia o Trentino Alto Adige sono le peggiori perché hanno tre nomi». «Noi abbiamo capito che siamo una classe internazionale perché veniamo tutti da posti diversi. È come se ci eravamo dati un appuntamento qui nella nostra classe per venire a scuola e per conoscerci». «Per me sembriamo una squadra come il Milan o la Juve che hanno giocatori di tanti Paesi del mondo».
(il Manifesto – 17 Dicembre 2020)