A Conversano, Puglia, da quindici anni si tiene un festival culturale europeo; quest’anno, per la pandemia, è stato organizzato a distanza. Sono stati scelti sei gruppi tematici. L’ultimo, in onda in questi giorni, si intitola: Ritorno al futuro, l’anno che verrà. Sono stato invitato per presentare il mio ultimo libro La scuola senza andare a scuola, edito da Manni. E a riflettere sul tema: Il futuro della scuola.
Mi è stato chiesto di pensare al futuro della scuola riflettendo sul suo passato e il suo presente. Partendo dalla mia esperienza, alle prese con una scuola un po’ in presenza e un po’ a distanza, che ne accentua gli aspetti classisti, non solo perché non arriva a tutti, ma perché tende a riproporne gli aspetti più sorpassati dell’educazione e della formazione. Insieme a me la giornalista della Rai Vanessa Roghi, che recentemente ha scritto un libro dedicato a Gianni Rodari, colui che ha inventato un nuovo modo di guardare il mondo e l’ha fatto rivolgendosi ai bambini e, usando gli strumenti della lingua, della parola e del gioco, per portare l’elemento fantastico nel cuore della crescita democratica del paese.
Ha presentato e coordinato l’incontro il professore Ignazio Sardella.