Chi vuole iniziare a raccontare cosa abbiamo trovato oggi, alla ricreazione, nel cortile della scuola? Nella nostra parte di prato? In quella dove sta la nostra classe alla ricreazione?
«La cacca». «La cacca del cane». «Che schifo!» «Sì, la cacca». «Era la cacca di un cane grande perché la cacca era grande». «Dopo… Dopo abbiamo chiamato la bidella e una bidella è venuta con la scopa e quel coso che serve per raccogliere la cacca. Dopo l’ha presa e l’ha buttata via». «Perché noi avevamo fatto un buco e allora quel cane ha fatto la cacca lì dentro, lì nella buca che avevamo fatto noi l’altro giorno». «Ma no, la buca non c’entra. Da quando è iniziata la scuola è già tre volte che fanno la cacca». «Forse non erano i cani, forse erano dei gatti». «Sì, un gatto». «Sì, allora anche una cacca umana». «No, non era una cacca umana perché… Cioè, non è una cacca di gatto perché io le cacche di gatto le conosco perché ho un gatto e non sono così. Quella era una cacca di cane. faceva schifo. Era una cacca di cane grande, non piccolo». «Se la pesti è uno schifo, come l’altra volta». «Però non si deve fare la cacca dove giocano i bambini». «Infatti non si devono fare le cacche a scuola. Cioè, bei gabinetti sì. I bambini, i grandi. Anche la pipì. I maestri, le maestre, i bambini, le bambine. Ma non gli animali». «Anche per me era la cacca di un cane grande».
Vabbè, ma secondo voi come fa un cane grande a entrare nel cortile della nostra scuola e a fare la cacca nel cortile?
«Perché anche se il cancello è chiuso, di notte, forse non è chiuso bene». «O il cane fa un salto molto alto e scavalca il cancello. La cancellata. Come un cavallo. Perché poi è un cane grande. Con un salto forse può saltare molto». «Per me se c’è il cane c’è anche il padrone del cane, allora lo mette lui dall’altra parte del cancello. Il cane corre un po’ nel prato, fa la cacca e dopo lui lo richiama e torna dal suo padrone dopo che ha fatto la pipì e la cacca». «Solo che la pipì non si vede, invece la cacca resta». «Che schifo! Anche la pipì!» «Quello lì ha fatto una cosa orribile!» «Infatti non si può. Solo che lui, quel cane, quel padrone, fa ugualmente la cacca». «Forse quando è buio». «Sì, perché nessuno lo vede». «Io anche al parco ho trovato delle cacche di cane». «Anche io ho un cane però io o mia mamma, quando fa la cacca, noi raccogliamo la cacca e la mettiamo nel sacchetto e dopo la buttiamo via». «Una volta anche io ho pestato una cacca. Mia mamma ha detto che porta fortuna». «Che schifo!» «Io non ho mai pestato una cacca e spero di non pestarla mai». «Però bisogna prenderla. Con i guanti. Mia mamma… Non si può non raccogliere la cacca del tuo cane, se vai al parco. Altrimenti chi cammina nel parco pesta la cacca». «Infatti anche l’altra volta, quel bambino aveva pestato la cacca con le scarpe». «Che schifo!» «Dopo infatti io mi ricordo che si è dovuto togliere le scarpe». «Poi c’era una puzza». «Sì. Faceva un odore schifoso di cacca e pipì di cane».
Andiamo avanti? Dopo cosa abbiamo fatto?
«Dopo che la bidella ha raccolto la cacca e l’ha buttata via, allora siamo andati nell’aula e abbiamo preparato il cartello». «Poi abbiamo messo il foglio in una copertina di quelle di plastica, quelle dei quaderni coi buchi, così se piove… Così se piove…. Così se piove non si bagna la carta, con la busta di plastica». «Abbiamo scritto che è vietato far fare la cacca ai cani nel nostro giardino». «Che non si fanno queste cose dove giochiamo noi bambini o dopo senza accorgerne, magari, correndo, inseguendoci, dopo uno di noi può pestarla e fa schifo». «Speriamo che lo legga». «Poi è passata la macchina dei Carabinieri e anche loro hanno detto che avevamo ragione. Però hanno detto che a quelle cose delle cacche pensano più i vigili del comune, non loro che erano i carabinieri, perché loro per me devono prendere soprattutto i ladri, non quelli che fanno fare la cacca ai cani».
(il Manifesto – 26 Novembre 2020)