Oggi parliamo insieme della nostra mensa scolastica di quest’anno.
«Noi non andiamo più nella sala mensa». «E’ tutta diversa perché con il coronavirus mangiamo meno». «La mensa è diversa perché noi non usciamo più dalla nostra aula, a mezzogiorno. Noi restiamo nella nostra aula. Noi restiamo seduti ai nostri banchi». «Prima di mangiare noi dobbiamo uscire un attimo dalla nostra aula, ma non per andare in sala mensa. Noi andiamo solo in corridoio, se piove. Oppure, se non piove, noi andiamo a fare un giretto in cortile. Ma un giro corto, pochi minuti. Dopo dobbiamo subito tornare nella nostra aula». «Perché loro, le cuoche, le bidelle, i maestri, le maestre, devono mettere l’alcol». «Devono pulire l’alcol per mangiare sano». «Per la pulizia». «Per il virus». «Prima bisogna pulirsi anche le mani, dopo si può mangiare». «Perché se non c’era il virus tu dovevi solo lavarti le mani, prima di andare a mangiare. Invece adesso, invece, tu devi anche lavare il banco. Perché prima ci scrivevi, sopra il banco. Invece adesso ci mangi».
Quali differenze ci sono tra lo scorso anno e quest’anno?
«Nella mensa? Sono tutte differenze. Perché non vai a mensa. Mangi in classe». «Non c’è primo, secondo, acqua, frutta, dolce, c’è tutto insieme». «Anche i bicchieri e il coltello e le forchette di plastica, tutto insieme». «E’ che si mangia più in fretta». «le cose da mangiare sono buone, ma non tutte. E’ come la mensa di prima, è come la mensa dello scorso anno». «Noi abbiamo una specie di piatto di plastica dove mangiare. Un piatto rettangolare con tanti spazi che la cuoca ci mette insalata, risotto, forchetta, bicchiere…» «Io una volta sono andata in vacanza al mare in aereo e mi sembra un po’ così, adesso, la mensa della scuola, come se sei nella mensa dell’aereo, ti sembra di volare». «A me piaceva più la mensa di prima perché almeno uscivi dall’aula e ti sgranchivi un po’ le gambe. Invece qui devi sempre stare seduto e solo un po’ in cortile se non piove, solo lì ti puoi un po’ muovere, ma se piove?» «A me non piace mangiare con le cose di plastica. Poi il coltello di plastica non taglia». «Anche a me non piace il bicchiere di plastica perché appena ci mette la maestra un po’ di acqua dentro, il bicchiere, se non lo reggi, se tu non lo tieni fermo con la mano, si sposta da solo e si rovescia tutta l’acqua». «A me piace questa mensa perché ognuno ha il suo banco». «Invece a me no. A me piaceva quando mangiavamo con tutti i tavoli uniti, tutti vicini». «Anche a me piace mangiare più in compagnia». «Io le cose che non mi piace mangiare sono sempre le stesse». «La frutta è rimasta sempre uguale». «Anche il pane». «Noi sul banco abbiamo meno spazio, anche nel vassoio di plastica, ci sono pochi buchi». «Io volevo il bis e non c’era più da mangiare». «Io preferisco mangiare a casa mia con la mia famiglia». «Noi non vediamo mai i bambini delle altre classi che mangiavano insieme a noi». «A me l’insalata non piaceva lo scorso anno e neppure questo anno». «C’è pulizia, però c’è poco formaggio». «Non c’è mai la ministra in brodo, quest’anno». «Per me facciamo la dieta perché poi la dieta è sempre di moda». «Pr me con il virus bisogna stare attenti a lavare bene le pere e le mele e le mani o si può attaccare a tutto e anche alla tosse». «Io sono stanco di mangiare a mensa perché ci sono sempre delle cose che non mi piacciono. Io mangio solo gli hamburger». «A me piace l’acqua non mi piace perché è quasi sempre calda». «Io sono felice se a mangiare non c’è fretta, non devi finire subito». «A me piace più la frutta». «Io vorrei sapere cosa ci danno da mangiare quando è Natale». «A me questa mensa non piace perché siamo sempre seduti, invece a me piace mangiare ma anche muoversi un po. Poi non vedo in faccia i miei amici e le mie amiche, vedo solo la lavagna». «A me va bene sia la mensa dello scorso anno sia quella di quest’anno sia la merenda perché io sono sempre felice quando si mangia». «Io una volta mi è caduta la forchetta a terra e non ho chiesto alla maestra di cambiarla con una forchetta nuova però non sono morto». «Per me quest’anno si mangia meno e anche peggio».
(il Manifesto – 8 Ottobre 2020)