Vi è piaciuta questa storia? Mi dite perché?
«A me è piaciuta perché faceva ridere». «Era strana. Mi è piaciuta». «A me è piaciuta perché era divertente». «Mi faceva ridere la bambina». «Anche a me. quando diceva Che barba!» «Anche a me!» «A me piaceva quando dopo le era cresciuta la barba!» «Ma non era cresciuta veramente! Alle bambine non cresce!» «Neppure ai bambini. Solo ai grandi, ai nonni…» «Mio padre ha la barba, lui però è giovane». «Mio papà una volta aveva i baffi, invece adesso se la è tagliata». «Mio papà si fa la barba tutte le volte con la lametta e la schiuma da barba». «Mio papà invece con il rasoio». «A me piacerebbe avere la barba».
«Io da grande me la faccio crescere». «Le femmine invece non possono avere la barba neppure da grandi». «Mia mamma dice che non gli piacciono i ragazzi con la barba perché a lei sembrano sporchi. Perché poi quando mangiano, se loro hanno la barba, si sporcano, si sporcano tutti, sporcano la barba e tutta la faccia ed è uno schifo!» «Ma si possono anche pulire!» «Per me sono più belle le facce senza barba perché quelle con la barba mi fanno paura». «Anche a me piacciono più le facce dei ragazzi e degli uomini e dei nonni senza barba, come le femmine». «Per me la storia non era vera perché non esistono bambine con la barba, era una storia inventata».
«Inventata? Si dice fantastica, altrimenti era realista». «Comunque non esistono».
Mi raccontate un po’ la storia? Immaginate di raccontarla voi a chi non la ha mai letta e ascoltata…
«All’inizio c’è questa bambina molto antipatica che dice….» «Perché antipatica? Non era antipatica!» «Lei si chiama Barbara Cottafavi. Lei era noiosa perché…» «Perché noiosa?» «Per me invece s’, era antipatica e noiosa, non le andava mai bene niente». «Io ne conosco di queste bambine noiose e antipatiche». «Dici in questa classe?» «Sì. Anche in questa classe…» «E chi sarebbe che…?»
Possiamo andare avanti con la storia? Fino a ora, se qualcuno vi ascolta, non capisce niente…«Dunque, c’è questa che non le va mai bene niente. Sua mamma diceva Barbara fa i compiti. Lei diceva Che barba fare i compiti. Se suo papà diceva Vai a fare un giro in bicicletta, barbara! Lei diceva Uffa, che barba fare un giro in bicicletta!» «Anche se tu dicevi Tieni questo cioccolatino, Barbara! Lei dice Uffa, che barba mangiare sempre un cioccolatino!» «Anche se tu dicevi una cosa bella, lei diceva sempre Che barba! Non solo le cose noiose! Tutte!» «Infatti era noiosa per questo!»
«Anche per me era noiosa e antipatica, perché poi lei si lamentava sempre». «Che barba! vuole poi dire che non le piace fare niente, però lei dopo lo faceva!» «Aveva un brutto carattere». «Anche io ho una mia amica che si chiama Barbara che mia mamma dice che ha un brutto carattere e non vuole che anche io ho un carattere come lei perché lei è cattiva e invece io sono buona».
«Ma lei non era cattiva, era solo annoiata». «Si dava delle arie!» «Per me aveva dei gusti difficili». «Era antipatica».
Mi spiegate come finisce la storia?
«Le tagliano la barba. Ma senza forbici». «Gliela fanno scomparire». «Parlando. Fanno una discussione insieme. Il maestro e i bambini e le bambine della classe. Chiedono a Barbara perché dice sempre Che barba e lei spiega che lo dice perché all’inizio tutte le cose non le piacciono, ma dopo un po’ le piacciono… Non tutte, alcune…»
«Allora i suoi amici le dicono di non dire subito Che barba! tutte le volte, ma di aspettare un po’, prima di dirlo. Se una cosa non le piace, dice Che barba! altrimenti non deve dirlo. E alla fine lei segue questo consiglio e fa così e dopo anche la barbetta bianca che aveva sotto il mento è sparita».
(il Manifesto – 27 Agosto 2020)