Mi raccontate con parole vostre come abbiamo fatto a fare i sei libri sulla città? Dall’inizio?
«Abbiamo fatto i gruppi e ognuno dei sei gruppi lavorava al suo libro».
«Prima abbiamo ritagliato i triangoli rossi».
«Abbiamo ritagliato i triangoli rossi e i rettangoli grandi e piccoli. Per fare le case sotto il tetto e poi anche le finestre, piccoline».
«Abbiamo fatto il collage con i tetti rossi e le case e le finestre. Ognuno di noi ha fatto un collage che poi era una pagina del libro».
«Abbiamo fatto i gruppi per lavorare insieme».
«Ci siamo aiutati».
«Io avevo i tetti rossi dei triangoli grandi e piccoli, che poi i grandi erano da incollare davanti e i piccoli dietro perché erano più lontani e allora le case e i tetti più lontano… I tetti e le case più lontani, se li guardi, sembrano più piccoli».
«Sotto il tetto le case sono di tutti i colori per fare una città colorata».
«Ognuno di noi ha fatto il tetto delle case e sotto le finestre della casa e sul foglio era tutto pieno di casa e poi quella era una pagina del nostro libro, ma noi ancora non sapevamo che dopo facevamo un libro».
«Abbiamo fatto prima il collage della città, poi abbiamo pensato alle parole».
«Abbiamo fatto i testi, in gruppo, le frasi sulla città, che dovevano sempre iniziare con La città è…. e poi dovevi scriverci come era».
«Dopo abbiamo fatto…. Dopo abbiamo scelto le frasi che ci piacevano di più e le abbiamo ricopiate sul libro. Anzi, le abbiamo scritte al computer, le abbiamo ricopiate al computer, poi le abbiamo stampate, le abbiamo ritagliate e le abbiamo incollate sulle parie bianche che avevamo lasciato nel libro… Perché nel libro c’erano le pagine con le figure della città che avevamo fatto con il collage e c’erano anche le pagine bianco che avevamo lasciato per incollare le parole, perché nel libro, in un libro, ci sono le figure ma ci devono essere anche un po’ di parole da leggere…»
Mi dite un po’ di frasi che avete scritto? Quelle che avete scelto da mettere nel vostro libro?
«La città è addormentata».
«La città è bella».
«La città è allegra».
«La città è piena di auto e di gente».
«La città è inquinante».
«La città è piena di alberi».
«La città è piena di strade».
«La città è famosa».
«La città è grande».
«La città è molto spaziosa».
«La città è piena di case e di tetti».
«La città ha tutte le case attaccate».
«La città è affollata di gente».
«La città è rumorosa».
«Di notte la città però è silenziosa, è come… è disabitata, sembra disabitata».
«La città è piena di bambini».
«Nella città ci sono molti colori, la città è colorata».
«La città ha pochi animali che vivono in città».
«La città è piena di pericoli».
«Nella città ci sono i negozi e il cinema e il parco».
«Ci sono i cinema».
«Anche le scuole, ci sono».
«La città respira».
«La città è immensa, è favolosa».
«La città ha tante case che sembra un formicaio».
«In città c’è sempre movimento».
«La città è profumata».
«La città ha i bar».
«Nella città ci sono delle piazze».
«La città è piena di odori».
«Quando piove, la città si bagna e luccica».
«La città è piena di luci, è luminosa».
«La città è simpatica».
Poi cosa abbiamo fatto per realizzare il libro?
«Dovevamo finirlo con la corda».
«Abbiamo fatto i buchi nelle pagine con la macchina per fare i buchi, poi ci voleva lo spago».
«Dovevamo fare i buchi e li abbiamo fatti».
«Abbiamo fatto i buchi nelle pagine bianche e nelle pagine dei collage della città e dopo… E dopo abbiamo messo i fili rossi dentro»
.
«Perché abbiamo legato le pagine con i buchi e lo spago rosso».
«Prima abbiamo messo in ordine le pagine, però. Perché all’inizio ci voleva la…. Ci voleva la copertina».
«Noi abbiamo legato le pagine una dopo l’altra però non era facile infilare lo spago dentro tutti i buchi di tutte le pagine».
«Dopo abbiamo fatto…. Dopo tu hai fatto il nodo».
«Noi abbiamo fatto la copertina con il titolo del libro più in grande».
«Dopo noi abbiamo finito e abbiamo potuto girare le pagine e il libro era già pronto. Per me non è stato difficile fare il libro della città dei tetti rossi, però ci vuole molto tempo per farlo».
«Ci siamo scambiato i libri che abbiamo fatto e dopo li abbiamo letti ed erano molto belli e anche molto corti da leggere perché li avevamo poi scritti e fatti noi».
(il Manifesto – 27 Febbraio 2020)