Sono felice che oggi si voti perché spero che, con le elezioni regionali, finisca una volta per tutte l’intollerabile strumentalizzazione che si è avuta in questi mesi sui bambini di Bibbiano e della Val d’Enza. Un vero gioco al massacro.
Uno degli effetti collaterali che ha avuto questa pesante strumentalizzazione, infatti, è stata quella di congelare – o, detto in altro modo, smantellare, – almeno momentaneamente, il sistema non solo degli affidi, ma proprio dell’assistenza sociale di base in gran parte della val d’Enza.
Da anni sono insegnante nelle scuole primarie della Val d’Enza e da decenni ho a che fare con gli assistenti sociali della Val d’Enza. Ho a che fare con loro anche adesso. Anche se , di fatto, non ci sono. O sono da mesi in uno stato di precarietà e di minaccia costante. Non mi è mai capitato di trovarmi in una situazione del genere.
Gli assistenti sociali non ci sono specie per i casi più gravi. I più sofferenti, cioè quelli legati alle situazioni familiari più difficili. Quelli in cui, prima che scoppiasse il caso Bibbiano, erano in affido o sulla soglia dell’affido. Tra loro, anche alcuni miei alunni. Le loro situazioni non sono state magicamente risolte con una bacchetta magica. Semplicemente, si è fatto finta di non vederli più.
I casi più gravi sono stati “trasferiti” d’ufficio all’assistenza dei servizi di Reggio Emilia e di altri comuni limitrofi. Spariti.
Insieme ad altri insegnanti, ho faticosamente preso i contatti con gli assistenti sociali della Val d’Enza che fino a qualche anno fa li seguivano. Insieme ad altri insegnanti, ho faticosamente preso contatti con i nuovi assistenti sociali di Reggio Emilia che li seguono. Non è stato facile, giuro. Né contattare i primi, né i secondi. Comunque, alla fine, né gli uni né gli altri sapevano bene cosa dire e cosa fare. Si trovavano, come assistenti sociali, all’interno di un gioco più grande di loro. Come noi docenti. Non avevano e non hanno ancora, il più delle volte, risposte certe dai propri superiori su cosa fare e su cosa dire.
Per fare un progetto efficace di aiuto a bambini in sofferenza, c’è bisogno di tempi lunghi. Gli assistenti sociali che un tempo avevano questi bambini in affidamento, ci hanno detto che adesso non erano più loro competenza. Gli assistenti sociali che, senza conoscere le loro situazioni, si sono trovati improvvisamente ad esserne competenti d’ufficio, ci hanno detto che i superiori gli parlavano di una situazione temporanea, e che non aveva senso istituire progetti a lungo termine, visto che, chiuse le indagini di Bibbiano, molto probabilmente, questi bambini sarebbero tornati ad essere sotto competenza degli assistenti sociali della Val d’Enza.
Risultato? Il nulla. Famiglie e bambini in sofferenza, sono state lasciate colpevolmente sole. Ma di questa colpa, nessuno, certamente, pagherà nulla. Una sconfitta per ogni adulto.
Ecco, spero che dopo le elezioni regionali, in Val d’Enza, finisca questo lunghissimo e dolorosissimo momento di latitanza da parte di tanti, troppi adulti, nei confronti dei minori più sofferenti.