Mi raccontate cosa abbiamo fatto venerdì pomeriggio?
«I disegni».
«I collage con le striscione di carta, i ritagli».
«Abbiamo fatto la mostra».
«Noi abbiamo fatto la mostra dei nostri quadri che avevamo fatto. Perché la maestra aveva portato a scuola la carta d’oro, il cartoncino colore oro, allora tu ce lo hai dato ed era bellissimo, allora…. Allora dopo abbiamo deciso di fare il nostro disegno. Anzi, il nostro collage».
«Abbiamo fatto la nostra faccia e basta, però».
«Dopo abbiamo messo tutti i quadri sul pavimento e noi ci siamo seduti vicino, ci siamo seduti intorno, e quella era la nostra mostra».
«Sì, abbiamo fatto la mostra sul pavimento e dopo tu e la maestra Francesca ci avete fatto una foto. A noi e ai nostri quadri».
«I collage erano dei disegni fatti senza usare la matita e neppure i pennarelli o il trattopen neri. Noi potevamo fare, questi disegni, che poi erano i collage, usando solo la colla e i ritagli, mettendoli uno vicino all’altro. Incollandoli uno vicino all’altro».
«Però potevamo usare anche le forbici per fare una forma che volevamo, per tagliare un ritaglio come volevamo. Io così ho fatto gli occhi perché non trovavo i ritagli rotondi».
«Per me era difficile fare questi disegni con solo i ritagli perché io non li avevo mai fatti».
«Anche io non avevo mai fatti i collage ma è stato bello, mi sono piaciuti, perché ci sono tanti colori, c’è una gran confusione e a me è piaciuto».
«Sì, è vero, non venivano benissimo, però erano belli da vedere».
«Perché secondo me bisogna imparare».
«Io prima non sapevo come fare e dopo ho capito. Perché prima non riuscivo. Andavo troppo piano. Non sapevo come fare. Dopo ho capito: tu devi usare la colla in stick come se fosse un pennello e fai tutto il cerchio della faccia, della tua faccia, grande, e dopo metti i ritagli sulla colla trasparente e loro restano attaccati».
Mi dite cosa è un autoritratto e se questo lavoro vi è piaciuto?
«È un disegno della tua faccia. Cioè della faccia di chi sta facendo il disegno».
«O i collage!»,
«Però questi non si capivano bene, allora è per questo che ci abbiamo scritto sopra il nostro nome. Tu avevi detto che dovevamo scriverlo. Però scrivere il mio nome con i ritagli e basta senza matita…. Insomma, per me non è stato facile fare tutte le letterine del mio nome perché io ho un nome lungo, un nome con molte letterine».
«Mi piaceva fare la mia faccia perché non sapevo se era la mia faccia o no e secondo me alla fine il collage della mia faccia non ci assomiglia a me, alla mia faccia. Ma mi è piaciuto molto farlo e vederlo perché lo ho poi fatto tutto io».
«Perché i ritagli erano lunghi, quasi tutti. Dritti».
«A me il nome era facilissimo».
«Però gli occhi erano facili, anche il collo, anche il naso… Poi erano molto colorati e a me piaceva molto la mia faccia colorata con tanti colori, tanti ritagli diversi di tante carte, di tanti cartoncini colorati diversi».
«Io subito ho cancellato tante volte. Cioè, non ho cancellato, ho incollato e staccato e alla fine pensavo che ci venisse fuori un poco, invece dopo è stato divertente e anche bello, per me, il mio collage».
«Per me era come se tu dovevi costruire una casa, solo che dovevi invece costruire la tua faccia. I ritagli erano come dei mattoncini, come dei Lego di carta».
«Per me il mio ritratto alla fine è diventato coloratissimo».
«A me sembrava una festa del Carnevale, la nostra mostra. Perché i ritagli di carte colorate erano poi come dei coriandoli, solo un po’ più grossi».
«Mi è piaciuto il collage perché c’era un sacco di lavoro da fare ed era un lavoro divertente e poi c’erano tanti colori e a me piace lavorare con la carta di tanti colori».
«Per me il mio ritratto è felice e io vorrei portarlo a casa per farlo vedere ai miei genitori e per attaccarlo in camera mia».
«Ce lo dai maestro? Possiamo portarlo a casa? Quanto costa il cartoncino color ora? Costa molto?».
(il Manifesto – 19 Dicembre 2019)