Disse il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti: “Evitiamo che ogni ministro che si siede al ministero cambi qualcosa. La mia idea di scuola è quella di non cambiare ma di mantenere”. Ma buoni propositi a parte, anche lui non ha rinunciato alla tentazione. Anche se i cambiamenti, per esempio, non sembrano modificare l’impianto base dell’esame di maturità. Cosa cambia? Fioramonti elimina le buste e viene reintrodotto il tema di storia; di fatto, scompaiono le due novità introdotte dal ministro precedente, il leghista Marco Bussetti, che avevano suscitato più di una perplessità. “Ho voluto ascoltare la voce dei docenti”, ha detto il ministro Fioramonti. “La commissione manterrà una serie di materiali che serviranno a far partire l’esame. Ma, anziché sorteggiarlo si sapranno prima quali saranno gli argomenti scelti”. Se non usciranno i 3 miliardi che lui ha chiesto per il mondo della scuola, Fioramonti ha dichiarato che è pronto a dimettersi. Lo ascolteranno? Fino ad ora ha ottenuto molte critiche, a destra come a sinistra. Ma tra le altre cose, il ministro del M5S Fioramonti dichiara:“Il M5S deve ritrovare il coraggio delle origini, l’abbiamo un po’ perso per strada. Dobbiamo proporre una visione audace del Paese e realizzarla senza pensare a cosa dirà Salvini. Siamo una forza progressista e dobbiamo dimostrarlo, dall’ambiente ai diritti”. Non solo mette in guardia dalla tentazione di una crisi di governo, ma chiede di aver coraggio sulla legge sulla cittadinanza: “Il Movimento deve abbracciare tutte le questioni che hanno a che fare con i diritti fondamentali. Poi si può discutere su come declinare lo Ius Culturae o lo Ius Soli, ma non possiamo schierarci contro”. Da anni e anni, pare che in Italia ci sia sempre un buon motivo per schierarsi contro la non approvazione di questa legge. Pare che lo ius culturae non sia mai una priorità, per i nostri partiti e uomini politici. Non debba esserlo. Nonostante il milione di bambini e ragazzi invisibili che entrano ogni mattina nelle nostre scuole e giocano con i nostri figli. E nonostante diversi sondaggi dicano che oltre il 70% degli italiani, non solo appartenenti al cosiddetto centrosinistra, siano d’accordo. Sarà la volta buona?
Articolo pubblicato sulla del 27 Novembre 2019