Prima di ogni governo non si fa altro che parlare delle priorità che sarebbero legate alla scuola, vista come il futuro del nostro Paese. Al termine di ogni governo, se ne possono fare le tristi somme. E i problemi restano spesso i medesimi.
Anche all’inizio di questo nuovo anno scolastico. Graduatorie esaurite. Insegnanti e prof che non si trovano. Precari sempre più precari. Supplenti in aumento. La crisi di governo ha inoltre evitato che potessero cambiare di nuovo le cose. Quello che resta della scuola italiana, al di là dei proclami, da anni è sempre uguale: ciò che si annuncia ma non si riesce mai a fare. C’è solo un dato certo: negli ultimi dieci anni sono stati sottratti ben 9 miliardi alla scuola, nonostante l’Italia da tempo fosse agli ultimi posti in Europa per investimenti sull’Istruzione. Sintomo di un paese che sta male e invecchia male.
Alle superiori una novità dell’anno scolastico 2019/2020 saranno la revisione dell’alternanza scuola-lavoro. Nella primaria sono attesi duemila maestri per aumentare il tempo pieno al sud, ma non è ancora sicuro se arriveranno, e soprattutto non si è dato sapere quando. Si riparla grossolanamente di piano didattico individualizzato, ma mancano le risorse e il personale per realizzarlo pienamente e seriamente. E gli aumenti a tre cifre – cento euro al mese lordi promessi dall’ormai ex ministro leghista Bussetti? Sono bloccati in attesa di capire se il nuovo governo aumenterà lo stipendio agli 850mila docenti di ruolo e come, cioè con quali risorse: la legge di Bilancio arriverà poi. Insomma, tutto procede come sempre è proceduto in questi ultimi decenni: approssimativamente verso un peggio costante. Tristemente.
Il nuovo anno scolastico incomincia, bambini e ragazzi crescono? La scuola resta ferma, al palo. Niente concorsi in vista, dopo tanti annunci: l’unico andato a buon fine è quello legato ai presidi, anche se continuano a non essercene a sufficienza. Insomma, come ogni anno si gioca sulla difensiva: la speranza non è migliorare la situazione della scuola, ma sperare, almeno, che lo sciacquone del bagno funzioni e il funzionamento amministrativo delle scuole sia regolare. No, l’Italia non è un paese né per ragazzi né per bambini. E il nuovo governo giallorosso? Stiamo a vedere. Al momento sappiamo solo che la Buona Scuola si era rivelata un fallimento epocale e il Movimento 5Stelle voleva abolirla. Adesso? Stiamo a vedere. Difficile fare peggio di quanto fatto negli ultimi anni, ma non impossibile.