Dopo aver letto questi testi che parlano del razzismo e di come si può fare per combatterlo, mi dite con parole vostre cosa avete capito e cosa ne pensate?
“Per me il razzismo è quando una persona mostra schifezza contro un’altra persona non uguale a lui. Cioè, non gli piace e…. Insomma, gli fa schifo”.
“Per me uno che è razzista si sente superiore a un altro. E anche più bello. Perché lui, allora, non dice va che un altro gli fa schifo!”
“Ma lui lo dice perché è razzista, altrimenti non lo diceva, se non era razzista”.
“Anche per me il razzista si sente una persona superiore a un’altra, più intelligente”.
“Oppure più furbo”.
“Il razzista vuole una persona lontana da lui perché quella persona non gli piace anche se lei, quella persona, dico, quella persona, poi, per me non gli ha fatto ancora niente di male e forse non gli fa male neppure dopo”.
“Magari quella persona che non gli piace non era per niente cattiva ma era gentile, ha il carattere bello e gentile”.
“Il razzista è antipatico, per me”.
“Il razzista non porta rispetto a una persona che non gli ha fatto niente e mostra un sentimento cattivo”.
“Esatto. Per esempio è entrato nella tua classe qualcuno di pelle diversa, tu lo prendi in giro e dopo lui si ferisce”.
“Questo per me non si deve fare e non devi sempre avere paura di una persona. Anche se non la conosci. Perché come fai a sapere se è una persona cattiva, se tu non la conosci ancora? Se non sai il suo nome? Se non hai ancora parlato con lui? Almeno aspetta un po’ e cerca di saperlo”.
“Se invece tu dici che lui è cattivo anche se non lo sai, se è cattivo, questo è un pregiudizio”.
“Per me basta anche un sorriso senza neanche parlargli e lui, per me, è felice. Lui, per me, si sente già meglio”.
“Anche per me. Non si deve avere sempre paura di una persona!”
Cosa vuol dire la frase che tutti siamo stranieri?
“Vuol dire come c’è scritto sulla lettura del libro…. Vuol dire che se tu vedi una cartina geografica nella nostra scuola, l’Italia è al centro della cartina perché noi siamo in Italia, in una scuola italiana. Ma se noi eravamo dei bambini americani, al centro della cartina geografica c’era l’America. Oppure eravamo cinesi, c’era la Cina, al centro della cartina geografica. Oppure un altro paese e c’era quel paese, al centro della nostra cartina geografica. Ma nessuno è al centro. Tutti siamo al centro. Tutti siamo uguali. Dipende solo da che scuola frequentiamo e dove siamo nati. Dipende da dove andiamo a scuola”.
“Dipende anche dalla cartina”.
“Dipende, perché se tu non ce lo hai nella testa, non diventi mai razzista”.
“Perché i figli si fidano dei loro genitori, ma non è colpa loro se sono un po’ razzisti o anche molto razzisti”.
“Basta che tu vedi un disabile, per esempio, una persona disabile, che noi abbiamo dei bambini disabili che si vedono anche a scuola, delle volte… E lì hai già finito!”
“Perché?”
“Ma perché siamo tutti uguali, per me. Ma abbiamo delle caratteristiche diverse. Tipo la pelle. Tipo il carattere. Tipo l’aspetto fisico. Gli occhi. Oppure il colore degli occhi. O la forma. Oppure il corpo più disabile o meno disabile e insomma, si capisce!”
“E allora?”
“Poi tu non sai come sono loro che sono diversi da te, perché i razzisti non si interessano mai a loro, non gli parlano, non li conoscono bene, li prendono solo in giro”.
“Magari non sanno neanche come sono loro nel loro paese. Perché magari loro non hanno l’acqua nel loro paese e sono venuti qui da noi perché da noi c’è ancora l’acqua e noi possiamo anche dargli un po’ d’acqua da bere, secondo me”.
“Per me a questo mondo c’è molto razzismo perché tutti vogliono tutto e nessuno si accontenta. Nessuno non vuole niente”.
“Perché tutti vogliono sempre di più Anche se non hanno sete”.
“Questa cosa nel mondo c’è, però ci sono alcuni razzisti che hanno detto che non lo fanno più perché secondo me lo hanno capito, che così sono molto antipatici e certe cose non si fanno neppure tra bambini perché si deve giocare tutti insieme senza fare differenze. Almeno nella nostra scuola”.
“Anche secondo me per risolvere il razzismo bisogna mangiare tutti insieme senza darsi delle arie e senza voler vincere”.
(il Manifesto – 13 Giugno 2019)