Laboratorio per ultime classi delle scuole primarie,
secondarie di 1° e 2° grado
Presentazione
Cosa è un desiderio? Cosa è un racconto? Cosa è il motore narrativa di una storia? Impariamo a scrivere un desiderio in forma di racconto.
Obiettivi
- promuovere la lettura creativa e la lettura approfondita
- inventare una storia
- riflettere sulla scrittura e sui propri desideri
- giocare e divertirsi con le parole
- condividere con gli altri parole ed emozioni
Materiale occorrente
- una scheda di lavoro per ogni studente (stampata davanti e dietro, vedi modello)
- astuccio: colori, matita, pennarelli
- block-notes gigante
Sequenza laboratorio
- Saluti e presentazione del laboratorio.
- Lettura e analisi del teso “Il re del mondo” e, volendo, anche di “Un desiderio in forma di racconta” in “Italiani, per esempio” (Feltrinelli).
- Inventare singolarmente o a coppie un proprio racconto seguendo le regole date: inizio con Vorrei essere; fine con E adesso sono qui; in mezzo testo con tutte frasi che iniziano con un vero in prima persona.
- Illustrazione del racconto/desiderio.
- Lettura ad alta voce da parte dell’autore e commento insieme.
- Raccolta di tutti i testi, rilegatura e creazione di un libro-fascicolo.
LETTURA
ESEMPIO 1.
Vorrei essere un re che possiede un grande regno con tante città, pascoli, campi e coltivazioni. Sono temuto dai miei nemici ed essere amato dai miei sudditi: nelle più grandi delle mie città ho il mio castello più grande, nelle altre città altri castelli più piccoli. Ho mille servi a mia disposizione pronti ad esaudire ogni mio volere. Ho sete: loro mi dissetano di stelle. Ho fame: loro mi nutrono di sogni mozzafiato. Sono felice: il mio popolo mi acclama e, quando mi vede, è felice. All’improvviso arriva un drago: sconfigge il mio valoroso esercito e, col suo alito di fiamme, brucia tutte le città, i pascoli, i campi e le coltivazioni del mio regno; i miei cento servi scappano dal castello. Non so più cosa fare. Il mio popolo, smette di amarmi e desidera la mia rovina. Vuole che io sia messo al rogo. Mi siedo sul mio grande trono solo e abbandonato da tutti: sulla testa ho ancora la mia corona; nella mia mano destra stringo ancora lo scettro; nella mia mano sinistra tengo ancora l’aureo globo imperiale. Ma nessuno attende più che io amministri la giustizia o governi il regno. Getto a terra la corona, lo scettro e l’aureo globo imperiale e, ricoperto soltanto di un mantello, apro la finestra e mi calo con una lunga fune giù dalla torre del castello. Giungo non riconosciuto sulla strada. Fuggo in mezzo ai campi distrutti del mio regno in fiamme. Attraverso il mare su una piccola zattera. Resisto alle tempeste e sconfiggo mostri marini, poi le onde mi disarcionano. Raggiungo a nuoto l’altra sponda del mare. Incontro uomini magri come corde, donne che strisciano come serpenti: non parlano, mi inseguono come bestie affamate. Riprendo a correre. Arrivo di fronte alla grande muraglia che delimita il confine estremo del mio regno. Vedo una farfalla che mi mostra una piccola porta segreta nascosta nelle mura. Passo dall’altra parte della grande muraglia e riprendo a correre. Attraverso altri campi, mari, boschi, pianure, montagne e finalmente adesso sono qui.ESEMPIO 2.
Cavallo. Vorrei essere un cavallo. Un cavallo selvaggio. Un cavallo nero. Abito in un bosco. Sento dei rumori. E’ una tigre. Scappo. La tigre mi rincorre un po’ e poi se ne va via. Vedo un ragazzo che esce da un rifugio di montagna. Faccio amicizia con lui. Voglio che mi addomestichi. Voglio che diventi il mio padrone. Ogni giorno ci diamo un appuntamento e andiamo a fare delle passeggiate insieme nella foresta. Un giorno lui non si presenta all’appuntamento. Lo aspetto un po’ e poi me ne vado. Faccio una galoppata da solo. C’è una capanna di legno col tetto di paglia. Mi avvicino. Guardo di nascosto dalla finestra. Ci sono due uomini che parlano. Parlano del mio padrone. Parlano del ragazzo che conosco. Dicono che vogliono prenderlo. Non so chi sono. Non li ho mai visti prima d’ora. Scappo. Ritorno al rifugio di montagna del ragazzo. Apro la porta. Il mio padrone è sdraiato sul pavimento. E’ morto. Piango. Arrivano i due uomini di prima. Dicono che sono stati loro ad ucciderlo. Chiedo perchè. Non mi rispondono. Mi dicono di andare con loro. Non voglio. Insistono. Mi mettono al collo una corda. Tirano. Strattonano. Urlano. Mi offendono. Mi rizzo sulle due gambe davanti. Nitrisco. Piango. Scalcio con tutta la forza che ho. Loro tirano più forte. Mi fanno male. Mi fanno quasi cadere a terra. Cado a terra. Mi arrendo. Chiudo gli occhi. Mi rialzo sulle mie quattro zampe. Li seguo a testa bassa. Ubbidiente. Senza parlare. Scende la notte. Dormo nella loro stalla. Piango. Smetto di piangere. Mi abituo a quel luogo inospitale. Mi ripeto che posso adattarmi a tutto. Mi adatto. Passo in quella stalla alcuni giorni. Non parlo con nessuno. Sono triste. I due uomini non mi fanno male. Al mattino e alla sera mi danno da mangiare. Ogni giorno mangio e bevo. Alla notte dormo tranquillo. Una mattino prima che arrivi l’alba scappo. Scavalco una staccionata con un salto e adesso sono qui.ESEMPIO 3.
Bambina. Vorrei essere una bambina di sei anni. Vorrei chiamarmi Carlotta. Non mi mangio mai le unghie. Non dico parolacce. Vado tutti i giorni a scuola. Faccio i compiti. Chiedo sempre per favore. Sono generosa e paziente. Mi lavo e mi profumo ogni giorno. Vado in cantina a prendere le bottiglie di vino. Non scrivo sui muri. Non mastico a bocca aperta. Non morsico il mio vicino di banco anche se lui mi fa dei brutti scherzi. Scrivo. Leggo. Disegno. Conto. Coloro. Realizzo braccialetti di corda. Bevo boccette di lucidalabbra. Faccio volare aquiloni vivi. A pranzo e a cena non lascio mai che rimanga nulla nel piatto. Non mi lamento. Non faccio capricci se le ce non vanno esattamente come avevo previsto. Alla notte dormo da sola senza fare troppe storie. Se qualche volta la mamma e il papà si dimenticano di darmi il bacio della buona notte non mi metto a piangere. Prendo dei bei voti. Sono promossa. Imparo ad andare in bicicletta senza mani. Imparo a fare le schiacciate quando gioco con le mie amiche a pallavolo. Mi lavo i denti regolarmente. So usare un i-phone. Vado in aereo e in ascensore senza paura. So tirare con l’arco del villaggio turistico. Partecipo a concorsi di bellezza. Canto le canzoncine della pubblicità. So contare i soldi. So mettere in ordine la mia camera. Divento una delle ragazze più popolari della mia sciuola. Guardo tutti i programmi più alla moda che ci sono in tv. Continuo a ubbidire a ogni cosa che le dicono i miei genitori. Mia improvvisamente mamma adesso non è più contenta di me. Anche mio papà è preoccupato di come mi comporto. “Non sei più una bambina”, mi dice la mamma. “Ormai sei una ragazza, Carlotta. Devi imparare a ragionare con la tua testa! Devi diventare autonoma! Non posso aiutarti sempre io a fare tutto! Sono stanca, capisci? Sono vecchia”. Allora esco dalla mia camera. Esco di casa. Salgo sul primo autobus che si ferma. Guardo fuori dal finestrino i campi e le strade che mi circondano, le persone e gli animali che vivono insieme a me in questa città e appena l’autobus si ferma scendo dall’autobus e adesso finalmente sono qui.
SCHEDA
Qui fai il disegno di cosa vorresti essere…
Vorrei essere______________________________________________________________
__________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
__________________________________________________e finalmente adesso sono qui.