Qualcuno di voi ha notato che oggi a scuola mancano 13 bambini e mi ha chiesto perché…. Secondo voi?
“Perché si sono ammalati tutti”.
“Noi in classe siamo 24 ma adesso siamo 11”.
“Secondo me non si sono ammalati tutti, ma non sono venuti a scuola perché domani è il primo maggio e ieri era domenica e allora avranno pensato: cosa vado a scuola a fare? Però io non so perché i loro genitori non li hanno fatti venire”.
“Secondo me oggi se non venivamo a scuola neppure noi era meglio”.
“A me invece è piaciuto molto che oggi siamo in pochi perché c’è meno confusione e secondo me ci divertiamo di più”.
“A me piace venire a scuola quando ci siamo tutti,m invece. Perché i giochi, alla ricreazione, sono più divertenti”.
“Secondo me era meglio che stavamo a casa da scuola anche noi così ci stavamo tutti e facevamo un giorno di vacanza in più”.
“Io ho sentito che G. oggi andava al mare perché io so che lui e i suoi genitori hanno una casa al mare e ci andavano”.
“Anche L. mi pare che è andata a fare una gita con i suoi genitori al mare o in montagna”.
“No, loro sono andati in montagna, me lo ha detto lei venerdì pomeriggio che oggi non c’era”.
“Anche A. non c’è perché è andata via in camper con i suoi genitori perché i suoi genitori oggi non lavoravano perché facevano il ponte”.
“Loro per me non sono venuti a scuola per farsi un giorno di vacanza. Perché erano stanchi”.
“Forse non erano solo stanchi. Forse sono malati. Se uno è malato non può venire a scuola altrimenti attacca la malattia a tutti”.
“Tutti malati? Tutti e tredici? Allora che malattia è? Non è mai successo. Io non ci credo che sono tutti malati. Loro hanno fatto il ponte!”
Mi dite cosa vuol dire fare il ponte? Lo spieghiamo anche ai bambini e alle bambine che non lo sanno?
“Io non lo so. Cioè, io so che è per andare dall’altra parte del fiume senza bagnarsi, con la strada. Io so solo quel ponte lì”.
“Ma no, fare il ponte, qui, non vuol dire andare sul ponte e neppure costruire il ponte, vuol dire…. Vuol dire… Non so, è difficile da spiegare…”
“Vuol dire che tu fai un salto per restare a casa, cioè che salti un giorno, stai a casa, fai un giorno di vacanza in più, un giorno di festa…”
“No, è facile: per esempio, come oggi: ieri, per esempio, era festa, era domenica, allora noi eravamo a casa da scuola e domani, per esempio, è l’uno maggio, che è sempre festa, allora… Allora in mezzo tra ieri e domani c’è oggi che però, oggi, per esempio, oggi non è festa, è un giorno normale…. Allora…. Allora…. Allora tu fai finta che anche oggi è un giorno che è festa, un giorno che stai a casa da scuola e quello, sì, quello si chiama fare il ponte, cioè stare a casa tra due giorni che si sta già a casa, stare a casa per tre giorni e fare una gita, una vacanza con i tuoi genitori al mare o in montagna”.
“Ma non è giusto, se non è festa loro non potevano fare il ponte che dici tu, non potevano stare a casa”.
“Invece forse potevano, altrimenti… Altrimenti, secondo me, non lo facevano…”
“A me piace molto essere qui a scuola anche se c’era il ponte, oggi, perché noi, io e i miei genitori, per esempio, il ponte non l’abbiamo fatto e allora, se non venivo a scuola, non sapevo cosa fare, dopo, non sapevo dove andare…”
“Per me la scuola deve essere aperta e a scuola o ci vanno tutti o non ci va nessuno perché non è giusto che ci vanno solo alcuni e altri no. Anche a lavorare non è giusto che fanno il ponte solo alcuni e altri no. O ci vanno tutti a fare il ponte, oppure… Oppure, secondo me, nessuno deve fare il ponte come gli pare”.
“Per me se ci sono due giorni di festa che non si va a scuola e in mezzo un giorno non di festa, invece, bisognerebbe sempre fare sciopero o il ponte perché non è giusto andare a scuola o a lavorare per un giorno solo, o ci vai per almeno due o tre giorni o altrimenti è meglio che non ti abitui neppure”.
“Per me è uguale andarci o non andarci, però devono andarci o tutti o nessuno”.
“Ma se uno è malato? Come fa ad andare a scuola o al lavoro anche se è malato?”
“Ma se è malato, quello, non è un ponte, quello è una malattia e allora è un’altra cosa, non c’entra niente con il discorso del ponte”.
(il Manifesto – 9 Agosto 2018)