L’immagine che avete davanti è lo stendardo di Ur. Attraverso questo stendardo sumero possiamo scoprire insieme alcune delle attività praticate dai Sumeri. O immaginarle. Osservate con attenzione questo ingrandimento e ditemi se riconoscete chi sono e cosa fanno, che attività svolgono i personaggi.
«Questo per me è proprio come lo stendardo vero, è grossissimo».
«Questo per me è il re. Lui è su una… Su una portantina, si dice? Sì. Perché lo portano. Sì, una sedia, un trono che portano gli altri da sotto».
«Quelli che sono vicino ai cavalli sono i contadini».
«A me sembrano delle mucche, non dei cavalli».
«No, sono cavalli».
«Comunque non sono contadini, loro sono allevatori».
«Vabbè, ma i contadini e gli allevatori erano gli stessi».
«Per me quelli seduti sono i più ricchi. Invece quelli in piedi, qui nello stendardo, sono i più poveri: perché quelli più ricchi sono seduti, non lavorano; invece gli altri, quelli in piedi, sono quelli che lavorano di più».
«Per me questo è il re perché ha degli ornamenti».
«A me sembra che indossano tutti la gonna».
«Ma no, quelle sono le tuniche. Una volta non esistevano i pantaloni, ma solo le tuniche».
«Questo che porta tutto il peso, che porta questa borsa, questo zaino pieno di roba, per me, per me è uno schiavo».
«Gli schiavi erano trattati come animali. Gli schiavi erano venduti e comprati come se fossero stati delle cose o degli animali, non delle persone. Per fortuna adesso non ci sono più schiavi».
«Queste mi sembrano delle zebre».
«Ma no! Sono delle capre. Quella è la lana delle capre che serve per fare i vestiti. Per questo facevano crescere la pelle così tanto alle capre. Cioè, il pelo. Per fare i vestiti. La lana».
«A me questo sembra un boscaiolo».
«Io non capisco bene una cosa, maestro. Dal disegno sembra che erano tutti pelati, senza capelli. Ma forse… Forse è solo un disegno, non era così veramente».
«No, qui hanno anche dei capelli. Ma pochi. È vero».
«Questo bue ha una stoffa sopra. Per sedersi. Vuol dire che era molto importante, secondo me».
«A me questo stendardo sembra una sfilata. Sono tutti in fila. Sono tutti ordinati. Uno sopra all’altro. In ordine».
«A me invece sembra una festa. Però una festa ordinata, è vero».
«No, sembra una sfilata. Per una festa importante. Anche i cavalli e gli animali, alcuni animali, almeno, hanno dei collari, hanno dei diamanti, forse, delle collane, degli abbellimenti».
«I caproni hanno delle corna molto grosse e molto importanti».
«Ci sono le pecore che sono le femmine e i caproni che sono i maschi».
«Sembra un po’ come l’arca di Noè. Come il diluvio. Quando c’è stato il diluvio».
«Ma qui non c’è stato nessun diluvio».
«Però nello stendardo sono disegnati tutti i tipi di animale e di persona che c’erano al mondo in quegli anni in cui vivevano loro, i Sumeri».
«Io vedo che qui stanno bevendo dell’acqua o del vino».
«Alcuni portano delle casse, delle specie di tavoli».
«Per me quelli, invece, sono come degli attrezzi per lavorare la terra o il legno, come gli attrezzi che hanno i falegnami».
«Le sedie sono strane. Non sembrano sedie. Per me sono delle specie di tavolini dove loro si sedevano sopra».
«Anche i vestiti sono strani. Non tutti, ma alcuni sì. In fondo hanno queste righe, queste…».
«Si chiamano le frange, come quelle che hanno gli indiani nei loro abiti».
«Ci sono dei musicisti, mi pare. Io credo che quello è un flauto come quello che suona mia sorella alle scuole medie».
«Se ci sono delle pecore e dei caproni per me qualcuno di questi è un pastore. Anzi, forse ce ne sono molti».
«Questo però è il re. Anche perché ha il simbolo del re. Ha l’importanza».
«Sono tutti importanti».
«Sì, ma alcuni si vede che fanno più fatica, alcuni invece si vede che fanno più fatica e insomma, non si divertono molto. Perché portare dei sacchi pesanti, per esempio, doverli trasportare da un posto all’altro da solo, senza l’aiuto di nessuno che ti aiuta, può essere anche poco divertente, per me. Anzi, non è divertente per niente. Infatti questo qui non mi pare che ha una faccia molto divertita. Anzi, non ce l’ha proprio».
(il Manifesto – 1 Febbraio 2018)