Mi ripetete con parole vostre tutto quello che ricordate sui Sumeri?
«Loro erano un popolo antico».
«Abitavano in Mesopotamia».
«Abitavano tra il fiume Tigri e il fiume Eufrate. Dove adesso c’è la guerra».
«Però non si chiamavano Somari, eh? Si chiamavano Sumeri!».
«Loro avevano inventato i canali e gli argini. Loro prendevano l’acqua dai fiumi e irrigavano i campi. Irrigare vuol dire poi innaffiare».
«Poi i Sumeri hanno inventato un’altra cosa: l’aratro. Cioè, non lo hanno proprio inventato perché c’era già chi lo aveva inventato, l’aratro. Però loro hanno avuto un’idea. Loro hanno pensato: “Perché devo tirarlo io, l’aratro? Meglio che l’aratro lo tira un bue o un asino, così io faccio meno fatica”».
«Prima a questa cosa nessuno ci aveva mai pensato? A me sembra strano».
«Ma è perché i Sumeri, poi, erano ancora un popolo un po’ primitivo. Loro non erano ancora molto intelligenti: è per questo!».
«Cosa è l’aratro?».
«Non lo sai? Quello per fare i buchi lunghi nella terra! Dove ci metti poi dentro i semi e crescono le piante! Perché se tu non metti i semi sotto terra, come una coperta, al calduccio, i semi e le piante non crescono bene e anzi, possono morire e non cresce più niente!».
« I Sumeri hanno inventato anche la ruota».
«La ruota? Io non mi ricordo». (…)
«I Sumeri hanno inventato anche i mattoni perché loro erano molto bravi a fare invenzioni, per me. Non è vero che erano come gli uomini primitivi. I Sumeri erano molto intelligenti».
«Con i mattoni facevano anche le case e sono nati i muratori che prima era un lavoro che nessuno sapeva cosa era».«I mattoni erano fatti di fango e di paglia. Cioè, di un fango più duro del fango normale che si chiama argilla».
«Mettevano i mattoncini uno sull’altro».
«Le case però non avevano il tetto a punta perché il tetto non lo avevano ancora inventato. Perché in Mesopotamia non viene la neve, è in Africa».
«Loro hanno inventato anche la ruota, è vero! Perché così facevano meno fatica a trasportare le cose. Poi con la ruota hanno inventato anche i carri per trasportare le cose e i carri li facevano sempre tirare agli asini o ai buoi o alle mucche come l’aratro per fare sempre meno fatica».
Bravi. Brave. E adesso chi mi dice cosa è lo ziqqurat?
«Lo ziqqurat è come un municipio. Anzi, no, nome una chiesa. Anzi, no, come un municipio e una chiesa insieme».
«Lo ziqqurat è una parola strana. Non italiana ma sumera. Perché si scrive con due “q” e in italiano c’è solo “soqquadro” che si scrive così».
«Era un tempio, cioè una chiesa. Ma non come le nostre chiese».
«In fondo allo ziqqurat, al piano terra, c’erano i magazzini con le cose da mangiare».
«In alto però c’erano le statue e l’altare per dire la… Cioè, per fare le cose religiose».
«Infatti nello ziqqurat abitavano i sacerdoti che dopo il re erano i più importanti del popolo dei Sumeri».
«Nei magazzini c’erano le scorte di cibo, di grano, di frumento, di banana…».
«Poi sopra lo ziqqurat c’erano anche le scuole. Ma non tutti andavano a scuola. Solo i più bravi».
«Lo ziqqurat era l’edificio più importante della città».
«Loro erano quasi tutti idraulici perché se la intendevano molto con l’acqua, con i canali, con le dighe. Perché loro abitavano vicino ai fiumi per quello. Perché anche loro erano una civiltà dei fiumi. Loro facevano le case e le città vicino ai fiumi perché i fiumi facevano il limo, cioè il fango per coltivare meglio le piante, per far crescere i frutti così quando cresceva tutto avevano più cose da mangiare e da mettere da parte per l’inverno».
«Loro sapevano fare anche i vasi». (…)
«Tutti facevano qualcosa. Non c’era nessuno che non faceva niente».
«Poi loro hanno inventato anche la città-stato, come San Marino. Cioè una città dove ognuno faceva quello che voleva. Non erano tutte le città in uno Stato, con la stessa legge, la stessa lingua, ma ognuno poteva fare quello che gli pareva e infatti si facevano sempre la guerra».
(IL Manifesto – 21 Dicembre 2017)