Abbiamo letto insieme alcune pagine del romanzo Robinson Crusoe. Mi spiegate perché?
«Per me l’abbiamo letto perché noi stiamo studiando il Diario e allora anche questo libro lui l’ha scritto come un diario».
«Ma non lo ha scritto Robinson! Lui è solo il personaggio».
«Il libro, nelle pagine che abbiamo letto, parla di un uomo che è stato gettato in mare dalle onde e stava morendo, stava affogando. Però è riuscito a salvarsi e vive sull’isola. Sì, è riuscito a raggiungere l’isola e ha iniziato a scrivere un diario e il diario è il libro».
«Però è nudo. Deve sopravvivere senza niente».
«Poi nell’isola ci sono cannibali che mangiano gli uomini».
«Robinson la prima notte che lui è sull’isola deserta, lui dorme su un albero perché ha paura che delle tigri o degli altri animali feroci lo possono uccidere e mangiare. Invece sull’albero si sente più sicuro perché le tigri sono come dei gatti molto grandi ma non riescono ad arrampicarsi sugli alberi come i gatti perché sono troppo grandi».
«Robinson però non è un primitivo. Non è un indigeno. Lui sa fare molte cose. Ma il suo problema è che non ha niente. Deve sopravvivere senza niente».
«È come un programma che ho visto in TV: L’Isola dei Famosi. Anche lì ci sono delle persone che sono da sole su un’isola deserta e si devono arrangiare per mangiare e andare d’accordo, ma non vanno mai d’accordo».
«Anche io lo vedo, quel programma! Anche mia mamma!».
«A me non piace perché non succede mai niente. Parlano e basta».
«Per me quel programma lo hanno fatto perché hanno letto il libro di Robinson. A me piace. È un programma avventuroso. Poi si innamorano tutti».
«Però Robinson non si innamora. Poi lui è da solo sull’isola, nell’Isola dei famosi invece non c’è uno solo o una sola e insomma, per me per Robinson è più difficile».
Ma lui riesce a sopravvivere? Nel questionario come avete risposto?
«Io non lo so se sopravvive o no perché non abbiamo letto tutto il libro e non sappiamo come va a finire. Però per me sopravvive».
«Nelle pagine che abbiamo letto lui si vede che è molto furbo e costruisce una zattera e dopo, con la zattera, torna lì sulla nave che è affondata. Perché non è affondata tutta. Sono morti tutti i passeggeri tranne lui, ma la nave non è tutta affondata. Allora lui, Robinson, va con la zattera fino alla nave mezza affondata che si è scontrata con degli scogli e insomma, lui riesce a caricare sulla zattera e a portarsi sull’isola delle cose utili per vivere».
«Lui per prima cosa si costruisce una capanna».
«Noi abbiamo cercato sul dizionario la parola “fiera” perché non capivamo quando c’era scritto che lui, la prima notte, aveva dormito sull’albero perché aveva paura di essere aggredito da qualche “fiera”. Perché per noi la parola “fiera” non era una cosa brutta, ma bella. Non era una cosa che aggrediva. Invece dopo, sul dizionario, abbiamo trovato che la parola “fiera” vuole dire anche “animale feroce” e allora abbiamo capito».
«Il 1° novembre lui ha fatto una bella tenda, con i pali per sorreggerla».
«Lui ha anche della polvere da sparo e un fucile e un giorno prende due uccelli e se li mangia».
«Secondo me non è facile vivere da solo su un’isola deserta».
«Poi fa un tavolo perché aveva capito che nel suo rifugio gli serviva. Solo che non ci riusciva. Non gli veniva bene. E neanche le sedie riusciva a costruirle perché lui non era un falegname. Lui non sapeva come fare. Ma dopo è riuscito a fare sia il tavolo sia una sedia. Però ci ha messo cinque giorni».
«Giuseppe, ma dopo si è salvato? Dopo qualcuno è passato a prenderlo o i cannibali lo hanno mangiato?».
Alla fine Robinson si è salvato. Adesso ditemi cosa avete risposto all’ultima domanda del questionario. Era una domanda personale. Immagina di essere su un’isola deserta come Robinson: quali sono le cinque cose che porteresti con te per sopravvivere? Dalle risposte che date, secondo me, si capisce se sareste riusciti a sopravvivere o no… Ditemi solo una cosa. La più importante che avete scritto…
«Un coltello».
«Una bussola».
«Anche io un coltello perché col coltello si possono fare molte cose».
«Delle capre così fanno il latte e anche i piccoli e poi si può mangiare la carne e bere anche il latte e fare il formaggio».
«Dei soldi no perché lì non gli servono».
«Dei semi da piantare».
«La playstation».
«Dell’acqua da bere».
«Io porterei il cellulare così dopo chiamo qualcuno che mi viene a salvare».
«Una bacchetta magica si poteva portare? Be’, io l’ho messa».
«La bussola».
«Una calamita».
«Una palla».
«Una tv».
«Ma io non credo che c’era campo per il cellulare, su quell’isola deserta. Non credo proprio. Per me non prendeva».
(il Manifesto – 14 Dicembre 2017)