IPPOLITA LA BAMBINA PERFETTA
Laboratorio per le scuole primarie e secondarie di primo grado
Presentazione
Ippolita pensa che si possa diventare amici solo di chi è uguale a lei. Ma così il mondo intorno a lei si restringe. Finchè un giorno… Pensiamo insieme a come finire una storia. Possibilmente con un lieto fine.
Obiettivi
a. promuovere l’ascolto e la comprensione del testo
b. riflettere sull’amicizia, le diversità, il rapporto con gli altri
c. riconoscere una sequenza
promuovere la scrittura creativa dei bambini
d. continuare una storia
e. cogliere che ogni storia è un problema narrativo da risolvere
Sequenza laboratorio
1. Saluti e presentazione del laboratorio
2. Lettura della storia fino all’arrivo di fronte alla porta (possibilmente avvalendosi di proiettore immagini)
3. Divisione in gruppi.
4. Invito ai gruppi di immaginare cosa troverà Ippolita dietro la porta e come finirà la storia, di scriverla insieme e illustrarla con un disegno.
5. Lettura ad alta voce dei finali dei gruppi: riflessioni e commenti.
6. Lettura del finale originale della storia: riflessioni e commenti.
7. Lavoro di gruppo:
a.realizzare ritratto di Ippolita;
b.trovare 10 aggettivi che descrivono Ippolita;
c.realizzare la sequenza della storia;
d.rispondere alla domanda: cosa insegna questa storia?
8. Confrontanto disegni, elaborati e risposte singoli gruppi.
9. Riflessione insieme.
10. Se resta tempo: visione video ispirato a questa storia realizzato da scuola media.
Il racconto
C’era una volta una bambina che si chiamava Ippolita e che cercava amici con cui giocare…
Un giorno Ippolita arrivò in una città dove era in corso una gara di aquiloni. Vinceva chi faceva volare il suo aquilone più in alto. Anche Ippolita fece volare il suo, ma la gara fu vinta da un bambino con gli occhi a mandorla: il suo aquilone a forma di drago volò più in alto e più a lungo degli altri ed era anche il più bello.
Ippolita pensò: “Non è divertente giocare con bambini dagli occhi a mandorla perchè tanto vincono sempre loro!” E così decise di andarsene via.Cammina cammina Ippolita arrivò in un quartiere abitato solo da bambini con gli occhi tondi che correvano sui pattini. Ippolita cominciò a correre sui pattini insieme a loro. Era bravissima, ma una bambina coi capelli ricci e neri si mise a fare giravolte su se stessa, come una trottola. Era davvero più veloce e brava di lei e tutti la ammiravano.
“Sì, però ha i capelli ricci e neri e io preferisco giocare con bambini che hanno i capelli lisci e biondi come i miei”, pensò. E così si tolse i pattini e andò via.(…)
(…)
Al trentaseiesimo piano del grattacielo Ippolita entrò inuna piccola stanza e vide due bambine identiche, senz’altro due gemelle, che giocavano a ping-pong. Era difficile giocare a ping-pong in una stanza così piccola, ma loro ci riuscivano ugualmente. Ippolita aspettò che la partita terminasse per sapere come si chiamavano, ma la partita non terminava mai. Allora Ippolita se ne andò pensando che comunque non si sarebbe trovata bene con bambine che non avevano, come lei, almeno tre unghie della mano sinistra pitturate di verde.
Quattro piani più su Ippolita trovò una porticina alta più o meno come una mezza finestra. Sopra alla porticina c’era scritto: “Club delle bambine alte e snelle con le scarpe da tennis ai piedi un orologio al polso destro gli occhi tondi e verdi gli occhiali i capelli biondi e lisci e che hanno tre unghie della mano sinistra pitturate di verde”.
“Ecco il posto giusto per me!”, esclamò Ippolita. “Finalmente non sarò più sola! Finalmente troverò delle amiche simpatiche e potrò vivere felice insieme a loro!”
– STOP –
FINALE ORIGINALE
Ippolita si chinò, aprì la porta, si mise a quattro zampe, entrò. Si accorse che la stanzetta era così piccola che lì dentro c’era posto solo per lei.
Sul muro trovò uno specchio: lo sollevò, ci guardò dentro, vide la sua faccia di bambina triste che la stava guardando e scoppiò a piangere.
In fondo a quella stanzetta c’era una finestra piccola piccola. Ippolita si sdraiò sul pavimento, ci infilò dentro la testa e vide dall’alto tutta la città, con tanti quartieri, parchi e coprtili. E ovunque c’erano bambine e bambini con la pelle e i capelli di vari colori. Bambine e bambini più alti e più bassi e più grassi di lei. Bambine e bambini che giocavano e che avevano tutti, ma proprio tutti, l’aria di divertirsi.
Ippolita si asciugò le lacrime e…corse giù in strada a giocare insieme a loro. E si accorse che era finalmente felice.