«Io vedo che ci sono dei disegni».
«Ci sono dei disegni in bianco e nero».
«Io vedo degli animali: un maiale, mi sembra, un cavallo».
«Ci sono anche dei cavalieri. Hanno una freccia in mano».
«Non è una freccia. È una lancia».
«Anche delle stradine, ci sono. Delle stradine e delle casine».
«A me sembra che questo qui in alto è un recinto e dentro c’è uno stambecco. Anzi, no, forse è una capra».
«A me sembra che non sono disegnati benissimo. Perché poi sono in bianco e nero. Non sono a colori».
«Per me questa è la coda del cavallo e per me è molto bella».
«Ci sono delle punte. Dei… Come si chiamano? Delle scale. Dei rastrelli».
«A me sembra che questa è una casa perché c’è il tetto».
«Non è una casa. E’ una capanna».
«Io vedo un fiume».
«Io ci vedo anche una pecora, qui. E anche un’oca. E anche un’anatra».
«Secondo me questo è uno stambecco o un capriolo».
«Questo è un uomo. Si vede. Con una lancia molto grande. Una lancia grandissima. Io non so neanche come fa a tenerla in mano, così grossa. Per me è grandissima, la lancia. Lui è piccolissimo e la lancia è grandissima».
«A me sembra che… Anzi, questo sì, è un cervo. Anzi, sono tanti cervi».
«Qui fanno la caccia al cervo con le lance».
«Qui c’è un cervo col suo piccolino». «Non è vero che questi disegni non sono belli, a me piacciono molto. Sono precisi. Sono belli».
Secondo voi chi li ha fatti questi disegni? Guardiamo se indovinate…
«Tu?»
No. No. Io no. Provate a indovinare…
«Forse dei bambini. Perché un po’ sembrano dei disegni di bambini. Forse della scuola materna. O forse no, perché sono belli, sono difficili, disegnare un cavallo per me è difficile, forse anche delle scuole elementari».
«Per me sono stati degli scolari che tu avevi in classe prima di noi, tanti anni fa».
«Secondo me può essere stato un pittore. Perché i disegni importanti li fanno i pittori».
Ma cosa raccontano questi disegni?
«Raccontano come si viveva tanto tempo fa, quando non c’erano le automobili».
«Per me raccontano la caccia. Raccontano che andavano a far la caccia al cervo, però non solo con le lance, anche con l’arco, perché io qui vedo disegnato proprio un arco».
«Sono bellissimi, per me, questi disegni, perché sono facili. Perché si capiscono bene i disegni».
«Raccontano che loro allevavano dei maialini e dopo, quando diventavano grandi, forse li mangiavano».
Da cosa capite che si tratta di disegni di tanti anni fa? Non di oggi?
«Io lo capisco perché le case sono piccole. Non ci sono i grattacieli».
«Per me se erano moderni, quegli uomini qui dei disegni, allora per uccidere il cervo usavano un fucile, una pistola, una bomba, invece se usano l’arco e le lance vuol dire che erano uomini un po’ antichi».
«Per me questi uomini si vede che sono antichi anche perché si vestono un po’ anticamente, con delle collane, dei cappelli strani».
«Per me però dovevano esserci anche delle donne, invece sono quasi tutti uomini. O sono uomini o sono animali».
«A me questo sembra un pozzo».
«A me questa sembra una lavatrice. Questo invece sembra un razzo!».
«Ma no, non è un razzo! E’ un pesce! Un pesce siluro!».
«Per me quella non è poi una lavatrice perché per me a quel tempo degli uomini di questo disegno, se non c’erano i fucili, non c’erano neppure le lavatrici o la lavastoviglie».
«Le case erano su dei pali».
«Questo per me è un cane».
«Maestro, adesso ci dici se abbiamo indovinato?».
Sì. Avete indovinato. Sono disegni primitivi. Di uomini primitivi. Li hanno fatti sulle rocce. Sono graffiti. Sono i graffiti della Val Camonica, una valle vicino a noi.
(il Manifesto – 11 Maggio 2017)